Serie A, il Pagellone 2014-2015: l’Udinese
Concludere la stagione annunciando il mancato rinnovo dell’attuale allenatore e l’arrivo di uno nuovo è abbastanza sintomatico di un’annata nella quale molte cose non sono andate come dovevano andare. Così come chiudere l’inizio di un annunciato nuovo inizio con il peggior piazzamento in Serie A degli ultimi venti anni, anche per l’Udinese è stato un duro colpo.
Mentre Stefano Colantuono si prepara a ricevere la sua eredità per riportare in auge i friulani, Andrea Stramaccioni in questo Pagellone non può che ricevere come voto un 4.5. L’Udinese puntava indubbiamente sulla sua carica e le sue idee per ripartire e puntare in alto, ma il suo progetto tecnico è presto naufragato portando la squadra allo sbando ed arrancando fino al sedicesimo posto finale. Senza la qualità di alcuni singoli sarebbe potuta andare molto peggio. Lo Strama è inevitabilmente rimandato, augurandogli di potersi presto riscattare su un’altra panchina.
DIFESA 5.5: Parafrasando il tecnico romano, “bene bene” Orestis Karnezis, il portiere greco che ha inabissato la scia di Scuffet. Il giovane azzurro ha sofferto qualche infortunio di troppo e questo ha agevolato l’ex Granada, che ha potuto mettere in mostra le sue qualità e dimostrare di essere all’altezza della Serie A. Nonostante questo, 51 reti subite sono troppe e la responsabilità va condivisa con la difesa. Possa andare che la scorsa stagione, la prima senza Benatia come riferimento arretrato, si sia fatta fatica a reimpostare al meglio il reparto; ma in questa annata, nonostante il cambio di guida tecnica, doveva esserci il passo avanti. Passo avanti che nessuno dei tre giocatori principali ha fatto: Heurtaux, Danilo e Domizzi rimangono ottimi interpreti, ma nessuno di loro si è imposto nella retroguardia lasciando così la squadra in balia delle offensive nemiche.
CENTROCAMPO 6.5: Anche se Silvan Widmer è stato impiegato più come terzino che come esterno in mediana, trova migliore collocazione in questa fascia per le scorribande offensive che hanno influito molto nel saldo finale della stagione. In crescita anche nella fase difensiva, ma deve ancora lavorarci su. Parlando di gioactori di ruolo, la palma di miglior centrocampista dell’Udinese spetta ad Allan: lotta come un guerriero dietro, propositivo ed arrembante in avanti, è diventato il leader bianconero in mezzo al campo. E quando si parla di Udinese, significa che è lui l’uomo mercato di questa estate. Badu e Pinzi hanno dato il loro solito supporto, ai quali s’è aggiunto anche Guilherme, altro giocatore di sostanza come i due citati prima.
Chi invece ha disatteso le aspettative sono Bruno Fernandes e Panagiotis Kone. Il portoghese, dopo i primi sprazzi di classe mostrati nella scorsa stagione, ha fatto fatica a mettersi in mostra. Ha subito l’influenza dei cambi di ruolo e del maggior apporto nella fase difensiva, è vero, ma ciò non giustifica i fuochi fatui di bel gioco accesi per il campo. A differenza sua, il greco conosce ormai bene la Serie A e ci si aspettava di più dopo le lacrime della scorsa stagione a Bologna.
ATTACCO 5.5: La media risente pesantemente dell’alto voto da assegnare ad Antonio Di Natale: anche se col minutaggio limitato, la punta bianconera ha raggiunto quota 207 goal in Serie A con le maglie di Empoli e Udinese, Senza contare che s’è nuovamente affermato come milgior marcatore stagionale dei friulani. Dietro di lui si impone Cyril Thereau, che come al Chievo conferma le sue velleità di prima punta di ruolo, ma figura di secondo piano in campo. Certamente l’Udinese faceva più affidamento sul francese, ma più di ciò che ha mostrato sembra non riuscire a fare.
Per il resto è quasi impossibile commentare: pochissime presenze e pochissima qualità dimostrate dai vari Geijo, Perica e Aguirre, con un apporto di poco sopra lo zero per quanto riguarda il rendimento della squadra.