Milan, senti Donnarumma: “Portiere per vocazione, non mi posso montare la testa”
Oggi è un giorno speciale per qualsiasi portiere.
L’idolo di tutti, almeno si pensa possa essere così, celebra i suoi 20 anni in Serie A. Gianluigi Buffon ha scritto la storia, una pagina di questo ruolo calcistico che molto spesso passa in secondo piano. Vedere per credere il trattamento dello stesso Gigi nel 2006 e quest’anno per la rincorsa al Pallone d’Oro. Queste, però, sono altre storie. Vent’anni dopo è un altro Gigi a far sperare in bene e in prospettiva. Si chiama Donnarumma e ormai tutti lo conoscono come l’erede del grande Buffon. Solo il tempo potrà dirlo. Di sicuro c’è solo un sedicenne dal viso semplice e innocente che ha voglia di dimostrare tanto, nonostante il peso di una maglia non seplice da gestire. L’edizione odierna de la Gazzetta dello Sport riporta un’intervista al portiere del Milan. L’estremo difensore rossonero ha parlato del suo momento e delle emozioni che si possono provare in queste situazione. Molto importante è l’occhio al suo passato, nonostante la giovane età. Mamma e papà che lo aspettano a casa, lui che a 14 anni lascia tutto per andare a vivere in un convitto a Milano. Gigi in una squadra dei grandi, dove anche lui ha desiderio di scrivere una pagina importante per magari, tra vent’anni, essere celebrato come il suo idolo Buffon. Di seguito un riassunto delle parole di Donnarumma riportate dalla rosea:
“In porta ci sto per vocazione, ho sempre voluto giocare in questo ruolo. Cos’è successo quando ho debuttato? Mihajlovic me lo ha comunicato il giorno prima della sfida contro il Sassuolo. Inizialmente non avevo capito, poi è stato difficile nascondere l’emozione. Ho chiamato i miei genitori che sono partiti subito per venirmi a vedere. Il mio sogno si è già realizzato, volevo fare il portiere e ce l’ho fatta. Cosa mi manca della mia Castellamare? La famiglia e gli amici. La scuola? I miei genitori erano contenti della mia scelta, ma vogliono che io mi diplomi. Anche per me vale lo stesso. Studio ragioneria e cerco di equilibrare con gli allenamenti. San Siro? La pressione non la sento. Per lo Stadium vale la stessa cosa, sarà comunque un bell’ambiente. Se mi monto la testa? Alla mia età è difficile, ma ho un carattere che mi aiuta molto. Rifletto e sono tranquillo”.