Roma, Tiago Pinto: “Mi chiedono tutti del centrocampista”
La Roma è stata forse la società italiana più attiva sul mercato e Tiago Pinto, da quest’anno direttore generale giallorosso, ha fatto il punto della situazione in conferenza stampa, a Trigoria. Ecco le sue dichiarazioni:
Dopo la prima conferenza è più facile per me. Oggi volevo spiegarvi la strategia di mercato e ringraziare la proprietà per il lavoro che ha fatto in questi mesi. Abbiamo fatto tutto insieme all’allenatore, così si fa il meglio per la Roma. Abbiamo fatto più di 40 trattative anche con l’ufficio legale, quello finanziario e Morgan De Sanctis. Sono molto esigente con me stesso, questo è stato il mercato più difficile della storia recente del calcio.
Ha migliorato panchina, difesa e attacco. A centrocampo manca qualcosa, date un’occhiata agli svincolati?
“Io credo che in questi 8 mesi ho imparato a vivere in questa città e oggi mi diverto un po’ perché tutte le domande sono sul centrocampista. Non è una questione di budget, abbiamo speso più di quanto pensato, ma il mercato è dinamico. Non voglio giustificazioni, ma non possiamo dimenticare che a inizio stagione avevamo più di 60 giocatori sotto contratto”.
Il rinnovo di Pellegrini è complicato?
“No, lo vogliamo entrambi. Non è un problema”.
Lei è soddisfatto delle cessioni? Gli esuberi possono essere reintegrati?
“Vi chiedo quanti direttori hanno venduto giocatori quest’estate. Trovare soluzioni per i calciatori è un buon lavoro, forse gli altri direttori sono più bravi di me, ma questa domanda sarebbe giusta in un altro mercato. Mourinho ha parlato anche degli esuberi, noi abbiamo portato loro offerte buone, in cui non perdevano un euro. Dopo non posso entrare nella loro testa. Abbiamo mercati aperti, lavoriamo insieme”.
Inter, Juventus e Milan hanno perso giocatori. La Roma può vincere lo scudetto? Non arrivare in Champions sarebbe un fallimento?
“La mia visione non è lo scudetto, ma lavorare per accorciare la distanza col successo. Vogliamo vincere innanzitutto a Sassuolo. Abbiamo una squadra più forte della stagione scorsa. Non posso pensare a maggio perché siamo a settembre. Non mi nascondo, siamo qua per la Champions”.
Qual è il rimpianto a fine mercato?
“Quando non siamo riusciti a prendere Xhaka, nessuno vuole essere rifiutato. Lui voleva venire. Il vero rimpianto però è la situazione degli esuberi. Abbiano lavorato molto per portare loro offerte che li rispettassero”.
Il rapporto con Mourinho è uno stimolo o un peso?
“Sono orgoglioso di averlo portato qua, da portoghese per me è un punto di riferimento da quando ero bambino. Ha una dimensione stratosferica, ha vinto 25 titoli, ma la pressione non la sento. Abbiamo lavorato insieme ogni giorno anche da prima di inizio stagione. Sappiamo quello che possiamo e quello che non possiamo fare”.
A livello strategico, come si è passati da prendere Xhaka a non prendere nessuno? A gennaio tornerete sul mercato?
“Ho risposto, il mercato è dinamico. Abbiamo 5-6 centrocampisti, con un campione d’Europa come Cristante, il centrocampista che ha segnato di più in Europa, Villar, Darboe. Io credo che voi pensiate che il successo sia legato al mercato. C’è tanto lavoro da fare ogni giorno, non c’è solo il mercato. A gennaio valuteremo, ma non posso saltare da settembre a gennaio. Se fosse stato per il mercato il Lille non avrebbe vinto l’anno scorso”.
Senza l’infortunio di Spinazzola e la cessione di Dzeko sarebbe cambiato qualcosa?
“Non lo so. Quando succede un problema io guardo sempre un’opportunità. A volte vendiamo chi non vogliamo vendere, il mercato è così. Dobbiamo saper reagire a quello che il mercato ci dà”.
È difficile lavorare a mercato già iniziato?
“Sì, non mi piace. In Portogallo avevo l’idea che ci fossero due stagioni diverse, a mercato aperto e a mercato chiuso. Io credo che noi abbiamo fatto molto bene, non è facile gestire la squadra con il mercato aperto”.
Tenere il pugnoccermo con gli esuberi è una nuova filosofia della società?
“Prima di essere in direttore sportivo sono un tifoso di calcio, vado allo stadio vedere i calciatori e non Tiago Pinto. Non è facile per me trovare 4, 5 o 6 offerte importanti. È stata una scelta difficile, l’abbiamo fatta per creare un ambiente compatto, coeso, unito. Questo deve essere l’atteggiamento, lo spogliatoio. Io sono qui per prendere le responsabilità. Io ringrazio i procuratori dei giocatori perchéil 95% di loro ha fatto uno sforzo per trovare una soluzione. Alcuni sono andati dove non pensavano di andare. Poi siamo esseri umani liberi. Non è la stessa cosa avere Mourinho o un altro allenatore”.
Quando tornano Smaling e Spinazzola?
“Spinazzola non so, Smalling dalla prossima”.
È un rischio aver ceduto giocatori come Dzeko a rivali dirette?
“Sì. Quando un calciatore non vuole giocare nella Roma, per me è importante. Noi stiamo costruendo un progetto diverso, dove il riferimento principale è Mourinho. La Roma non ha fatto niente di diverso dalle altre, forse ha comunicato peggio. Per me è stato un piacere lavorare con Dzeko, ma adesso non stiamo peggio”.
Che voto dà al suo primo mercato da romanista?
“Tanti pensavano che io non avrei fatto mercato. Mi darei un 8. Se considerate che questo è il mercato più difficile della storia, forse anche di più”.