Alla scoperta di…Valter Birsa, fantasia e classe al servizio del Grifone
Tanti i colpi messi a segno dal Genoa quest’estate. Escluso Frey però, si tratta perlopiù di giocatori semi-sconosciuti, provenienti dall’estero e decisi a emergere in Italia. In questa carrellata di nomi spicca quello di Valter Birsa. Ventiquattro anni, sloveno, proviene dall’Auxerre, società dalla quale si è svincolato a parametro zero a giugno.
Tanti club lo avevano cercato, tra cui anche Roma e Palermo, ma alla fine l’insistenza e la decisione di Preziosi lo hanno convinto a firmare un quadriennale con i rossoblù. Forse i più appassionati lo ricorderanno per un goal agli USA gli scorsi mondiali, ma la maggior parte dell’italia pallonara sa poco o niente su Valter Birsa. Andiamolo a conoscere meglio.
Un trequartista stile vecchi tempi. Nonostante il fisico possente (un metro e 84 per 79 chili) Birsa è elegante nelle movenze e sa resistere bene ai contrasti. Tocco raffinato, è un mancino naturale ma se la cava anche con il destro. Di solito gioca tra le linee, ma può fare anche l’interno di centrocampo senza problemi. Nonostante calci punizioni e rigori non segna tantissimo, ma fa segnare. Ha la classe di un rifinitore puro e la visione di gioco di un playmaker. Un giocatore completo, duttile e dal rendimento costante. Certo l’Italia è un’altra cosa rispetto al campionato francese, ma la sfida è proprio questa. E Valter Birsa ha voglia di mettersi in gioco.
Cresciuto calcisticamente nel Bilje, la squadra della sua città, a diciasette anni viene notato e prelevato dall’ND Gorica, e fa il suo esordio nella massima serie slovena. Ai tempi giocava prima punta, e presto tutto il Paese si accorge di lui: tanti goal segnati (27 in due anni), accompagnati da bei voti in pagella. Il 2006 è l’anno dell’exploit definitivo: vince il premio di miglior calciatore sloveno dell’anno e ciò basta per attirare a sè le attenzioni di tanti club europei. Tra tutti la spunta il Sochaux: a vent’anni Birsa approda in Francia.
Il periodo con “Les Lionceaux” lo cambia soprattutto a livello tattico. Il calcio francese, e in particolare il suo allenatore Alain Perrin, lo plasma in modo radicale: da prima punta diventa un trequartista puro. Meno goal segnati, è vero, ma il ragazzo sembra nato per quel ruolo. Inventa, costruisce, concretizza: Birsa convince di più, lì dietro alle punte. Dopo tre anni positivi (66 presenze in tutto), conditi da 8 reti, è un’altra squadra francese a prelevarne il cartellino, l’Auxerre. E’ qui che Birsa sboccia definitivamente, diventando uno dei giocatori più in vista della Ligue 1: altre 8 marcature su 77 presenze, in due anni questa volta. E il suo nome finisce sui taccuini di tanti club importanti. Il Genoa questa volta ha anticipato tutti, ed è pronto ad affidargli le chiavi del gioco offensivo. Avrà fatto la scelta giusta? La risposta la può dare solo lui.