Mondiali Under-17, 109 giocatori positivi al clenbuterolo
Dalla dodicesima edizione dei Mondiali Under-17, che si sono svolti in Messico dal 18 giugno al 10 luglio scorso e che sono stati vinti dalla squadra di casa, emerge quest’oggi un dato significativo e al tempo stesso preoccupante: ben 109 giocatori su 208 sono risultati positivi al clenbuterolo.
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Lo ha reso noto Jiri Dvorak, responsabile medico della Fifa. ”Non è un problema di doping ma di salute pubblica”, ha detto Dvorak, spiegando che i casi positivi sono legati all’assunzione di alimenti contaminati. Solo cinque delle 24 squadre presenti al torneo non sono coinvolte nella vicenda.
Ma cos’è il clenbuterolo? Si tratta, in sostanza, di un farmaco stimolante del sistema nervoso centrale, che si può assumere sotto forma di compresse, aerosol o iniezioni. In quest’ultimo caso i suoi effetti sono ampliati e sicuramente molto più significativi in ambito sportivo, visto che si accentua l’aspetto anabolizzante e si migliora il recupero dell’organismo (è ideale nelle corse a tappe). Il nome del farmaco è legato a quello del ciclista spagnolo Alberto Contador, risultato positivo alla sostanza nel settembre 2010. L’entourage del corridore, in quella occasione, fece sapere che si trattava di un caso di “contaminazione alimentare“, tanto che Contador è stato poi assolto dalla RFEC con sentenza definitiva nel febbraio di quest’anno.
A differenza di altre sostanze dello stesso gruppo il clenbuterolo non è a restrizione d’uso: ciò significa che il farmaco non è vietato se c’è il certificato di uno specialista che giustifichi la patologia.
E com’è ovvio i vertici della federazione mondiale si affrettano a minimizzare. Ma che aspettano a legalizzarlo, sto cazzo di doping?