Il Campionato secondo Soccermagazine: nel giorno della Befana, doni, carbone e carbonelle
Eccoli tornati. Chi ne sentiva la mancanza?
Le vacanze di Natale sono finite, e se è vero che l’Epifania tutte le feste porta via, riporta indietro anche il massimo campionato, con i suoi addetti ai lavori, i gol, i risultati, le recriminazioni.
Quella che si respirava era aria di festa, su per gli stadi italiani.
La Befana, nel suo sacco, ne ha avute per tutti i gusti.
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I doni han cominciato ad uscire fuori all’Olimpico, dove, a una Lazio timorosa di fare la storia, viene concesso il benefit di un rigore quantomeno dubbio, posto a metà tra i tifosi che lo invocano e quelli che sono ancora li a recriminare.
Sono caduti su Parma, forti e prepotenti come le lacrime di Igor Budan, sconfitto sul campo nel risultato finale ma vittorioso nel ricordo di chi troppo presto è andato a giocare altrove; su Genova, dove la Befana l’hanno fatta Borriello, con due cioccolatini dolci per il pubblico rossoblu, e Icardi, seppur a distanza, anche per lui doppietta che stende la corazzata Juve a domicilio e dai il bentornato a Delio Rossi, esordiente sulla panchina blucerchiata.
Nella calza, Edinson Cavani ci ha trovato invece un pallone, quello che si è portato a casa dopo la tripletta che ha steso la Roma; il ‘Messia’ napoletano si è mostrato, come nella migliore delle tradizioni epifaniche, all’intero campionato come nuovo capocannoniere del torneo, con tanti saluti ad El Shaarawy e i gli altri Re Magi.
Non solo dolci, però, sennò che befana sarebbe?
E allora ecco venir fuori il carbone, lasciato agli interisti negli spogliatoi del Friuli di Udine, dove va di scena la disfatta della banda Stramaccioni sotto i colpi di un mortifero Totò Di Natale e un Muriel valore aggiunto.
Carbone, per una volta, anche alla Juve, che nei giorni delle befane non è mai fortunata e anche stavolta allunga la striscia; al Milan che, nonostante la vittoria sul Siena e le prove di risalita, ne farà tesoro e capirà quanta ancora strada ha da fare.
Strano lo sport e strana la vecchietta che reca carbone anche in casa Fiorentina, con una sconfitta che lascia l’amaro e dimostra che si, il calcio è bello anche per questo.
Nel giorno delle streghe, la porta del Pescara sembrava stregata, e invece a volare su una scopa era solo Perin, più decisivo di Jonathas e Celik nel risultato finale.
Sulle carbonelle roventi camminano ora Siena, Palermo e Cagliari.
Senza dimenticare il Bologna, in caduta verticale nelle ultime uscite.
Rialzarsi ora si può, siamo appena al giro di boa.
Dalla prossima domenica si remerà dritto verso il traguardo finale, e non ci saranno scope volanti o slitte trainate da renne ad impedire il cammino.