Calcioscommesse, 27 calciatori indagati dalla procura di Bari: ci sono Gillet e Caputo
12:12 – I carabinieri di Bari, al termine di tre distinti filoni d’indagine sul calcioscommesse della Procura pugliese, stanno notificando in tutta Italia gli avvisi di conclusione delle indagini a carico di 36 persone, tra le quali 27 calciatori in attività ed ex calciatori. Il reato contestato agli atleti è quello di concorso in frode sportiva.
Per perdere Bari-Treviso dieci calciatori biancorossi, secondo l’accusa, hanno intascato complessivamente 70mila euro. Il danaro sarebbe stato consegnato dal calciatore del Treviso William Pianu ai baresi Ivan Rajcic, Vincenzo Santoruvo, Davide Lanzafame, Jean Francois Gillet, Marco Esposito, Nicola Belmonte, Nicola Strambelli, Massimo Bonanni, Massimo Ganci e Vitangelo Spadavecchia.
Per far vincere alla Salernitana la partita, due calciatori e un dirigente della squadra campana, gli atleti Luca Fusco e Massimo Ganci (ex Bari) e il team manager Cosimo D’Angelo, avrebbero offerto 150mila euro a 16 calciatori del Bari, e al faccendiere del Bari Calcio Angelo Iacovelli (accusato anche di favoreggiamento reale). I calciatori biancorossi che, sempre secondo la pubblica accusa, hanno ricevuto il danaro, circa 7mila euro a testa, sono: Andrea Masiello, Cristin Stellini, Davide Lanzafame, Vitali Kutuzov, Marco Esposito, Nicola Santoni, Alessandro Parisi, Daniele De Vezze, Gianluca Galasso, Simone Bonomi, Francesco Caputo, Jean Francois Gillet, Corrado Mario Colombo, Raffaele Bianco, Mark Edusei e Stefano Guberti. Secondo le indagini, Iacovelli avrebbe aiutato i calciatori a compiere il reato di frode sportiva, avrebbe ricevuto l’intera somma destinata ai calciatori distribuendola in parti uguali.
Nel secondo avviso di fine indagine compaiono i nomi di sei calciatori, quattro dei quali ex biancorossi, accusati di concorso in frode sportiva per le presunte combine di Bari-Sampdoria (0-1) e Palermo-Bari (2-1). Nel terzo provvedimento infine viene contestato a tre capi ultra’ del Bari, già arrestati il 10 maggio 2012, il reato di concorso in violenza privata per aver minacciato e preso a schiaffi un calciatore biancorosso per costringere la squadra a perdere le ultime due partite di campionato Cesena-Bari e Bari-Sampdoria della stagione 20120-2011, e per aver tentato di aggredire un atleta biancorosso che si sottoponeva ai controlli antidoping al termine della partita Bari-Chievo del 20 marzo 2011.
Fonte: Tgcom24