Calciomercato

Il calciomercato: quanto di più enigmatico possa esistere nel mondo del calcio. Il calciomercato è infatti l’opportunità che presidenti, dirigenti e giocatori possiedono per cambiare radicalmente il futuro delle proprie attività. La storia, però, ci insegna come l’arma degli affari possa rivelarsi ben presto a doppio taglio e ferire nel profondo.

 

calciomercato-imageAlla fine degli anni ’90 furono Parma e Lazio a conoscere innanzitutto gli aspetti negativi dell’economia che gira intorno al pallone: la Lega aveva scoperchiato un giro di forti plusvalenze anomale tra le operazioni delle due società, che da allora hanno finito col perdere man mano la loro complessiva potenza calcistica in Italia. Nei primi anni 2000, invece toccò alla Fiorentina, il cui fallimento fu decretato dal tribunale di Firenze. Gli introiti ottenuti dalle cessioni dei pezzi pregiati quali Batistuta, Rui Costa e Toldo non furono sufficienti ad arginare la crisi viola. Passata in mano ai Della Valle, la squadra fu costretta a ripartire dalla C2. Analogamente, due anni più tardi il Napoli sarebbe stato rilevato da Aurelio De Laurentiis, che solo dopo 3 anni avrebbe potuto vedere il suo club, denominato inizialmente “Napoli Soccer” per una questione di prestigio, lottare in Serie A.

 

Tra ritocchi di bilancio e debiti vari, anche da parte delle società più piccole, nel tempo sono arrivate le prime penalizzazioni dovute a meri problemi economici. Il calciomercato ha subito poi ulteriori cambiamenti e trasformazioni: rispetto al passato il pezzo dei calciatori è aumentato in maniera sproporzionata, e gli ingaggi dei grandi campioni sono diventati dei veri e propri supplizi anche per le big che possono permettersi pochi top player. Basta pensare alle cifre che dividono un Maradona da un Ibrahimovic.
La crisi generale inizia a coinvolgere anche il mondo del calcio, e l’escalation sembra non poter ancora conoscere fine. Se si prova a guardare verso l’orizzonte, la vista è ostacolata da un mare di nefandezze.

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