Catania-Inter: la fine del calcio italiano
È una domenica di marzo, milioni di italiani alle ore 15 si siedono sulla loro poltrona per assistere alla Serie A. Chi si è imbattuto in Catania-Inter è rimasto per alcuni attimi sorpreso e si è domandato: “Sto guardando il campionato italiano o Argentina contro resto del Mondo?”

Una domanda legittima, visto che tra i 27 calciatori scesi in campo soltanto 4 erano italiani. 14 erano argentini, 9 divisi tra Sud America e Europa.
Gli italiani sono tutti CT, lo sappiamo bene, e guardando Catania-Inter per scovare dei convocabili nella Nazionale si sono dovuti armare di Wikipedia per vedere chi, come Schelotto, fosse in possesso del doppio passaporto.
Si parla tanto del nostro calcio in crisi: molto spesso le risposte sono sotto gli occhi di tutti e si fa finta di non vederle. Troviamo al quanto assurdo che una delle sfide clou della 27a giornata, dove due squadre si giocano l’Europa, ci siano solo 4 italiani in campo, in realtà nel secondo tempo ne erano soltanto 3 visto che Rocchi ha lasciato il campo. Sia chiaro, non si tratta di preconcetti o di razzismo il nostro, ma soltanto di salvaguardare il “Made in Italy”. Troviamo folle che le rose dei club, spesso di 30 e passa giocatori, abbiano una percentuale di italiani minore rispetto a quella degli stranieri. C’è bisogno che qualcuno intervenga: una rosa di una squadra del campionato italiano deve essere composta, almeno, dal 60% di calciatori nati nello Stivale.
Per fortuna, nella stessa domenica, qualche ora più tardi, gli stessi italiani, sempre sulla loro affezionata poltrona, hanno assistito al record di Francesco Totti: probabilmente qualcuno si sarà anche alzato ed avrà applaudito il capitano giallorosso. Sì, Francesco Totti, italiano, secondo miglior realizzatore di tutti i tempi della Serie A: mai domenica fu così azzeccata per segnare il 225° goal.
Gli italiani sono un popolo di romantici, si sa, ai cognomi spesso impronunciabili preferiscono i Piola, i Viola, i Riva, i Rivera, i Baggio, i Del Piero, e appunto i Totti.
Non continuiamo a farci del male da soli: tuteliamo le eccellenze italiane, tuteliamo gli italiani e non solo nel mondo del calcio.