Abete: “Dal 2014 serie A con 18 squadre”
Intervenuto al sesto seminario per giornalisti sportivi a Coverciano, il Presidente della FIGC, Giancarlo Abete, si è soffermato sulla modifica dei campionati.

L’obiettivo è il modello tedesco, che in questo momento sembra essere quello migliore in termini di spettacolo e produttività: “Dal 2014-15 avremo 102 squadre professionistiche anzichè 132. Il dibattito è sul numero delle squadre di Serie A e poi della B, dove 22 è un numero eccessivo: oggi si arriva, con i play-off, a 46 partite. L’aspettativa è sul cambiamento della Serie A, ho sempre detto che 18 squadre è un numero corretto. La riforma, però, porterà ad una sicura battaglia che si avrà in Lega: “All’interno della Lega di A non c’è mai stata un’assemblea che abbia messo all’ordine del giorno la riforma dei campionati. Le medie e piccole squadre non hanno alcun interesse che il campionato passi da 20 a 18 squadre. Partire in Serie A significa avere 20-21 milioni solo di diritti tv”. Il nodo cruciale sarà il meccanismo delle retrocessioni: “In B, se ci saranno società che non hanno i requisiti per iscriversi, si passerà subito a 20 squadre. Da questo discorso è esclusa l’eventuale penalizzazione per illecito sportivo. E sempre in B, Abodi ha fatto bene a introdure il salary cap. Con la riduzione a 102, solo Russia e Turchia ci supereranno come numero di società professionistiche, ma scendiamo anche come numero di categoria che passeranno da 4 a 3. In Prima Divisione non ci saranno retrocessioni, per questo abbiamo creato incentivi per l’anno prossimo e gli anni successivi. Promozioni e retrocessioni ci saranno invece in Seconda Divisione”