Inter, l’affare Thohir poteva saltare
La data del 25 Luglio verrà ricordata come quella della nascita della storica alleanza tra Thohir e Moratti, anche se quella data, caratterizzata da un’afa insopportabile, ha rischiato anche di essere il giorno che avrebbe potuto far saltare il banco, mandando di fatto in fumo mesi di lavoro.
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Diradate le nubi, è di fatto nata la partnership che porterà a creare un’Inter più agile, solida e funzionale. Il nodo che ha rischiato di far saltare tutto riguardava alcune clausole che il magnate indonesiano aveva inserito nel contratto che di fatto faceva tenere le mani troppo libere sui programmi a lungo termine. Mancavano dei commitments sulle strategie per i prossimi anni e non era chiaro l’accollamento di parte del debito. E a quel punto si è rischiato davvero il gelo. A tal proposito va registrata la grande mediazione di Angelomario Moratti. Il figlio del presidente, dopo le nubi che si erano alzate nel famoso pranzo, è tornato i nell’hotel di Thohir per far capire al tycoon e al suo potente socio che la revisione di alcuni punti avrebbe potuto portare vantaggi ad entrambe le parti. Venerdì mattina erano molto diversi e le parti hanno deciso di rimettersi al lavoro per rifinire l’accordo. Da lì lo slittamento delle firme: prima bisognerà scambiarsi nuovamente tutte le carte. A meno di colpi di scena, l’accordo sarà ratificato entro un paio di settimane. La società-veicolo che Thohir ha costituito con il partner indonesiano Roslan Roeslani alla fine acquisterà il 70% dell’Inter per una cifra tra i 300 e i 350 milioni di euro. Si è tornati a lavorare a due documenti: uno è il contratto d’acquisto vero e proprio, l’altro il patto parasociale per il futuro assetto e sviluppo della società. Tutti sono convinti che ci sarà da soffrire per altri due anni: poi l’Inter, a patto di rientrare in Champions League, raggiungerà l’equilibrio economico e potrà concentrarsi sullo sviluppo. La rivoluzione è già cominciata.