Roma, quante differenze tra Zeman e Garcia: ecco gli sprint a confronto
A ben vedere il problema non era l’organico, ma il tecnico. E se d’estate ci si era privati di Lamela, Marquinhos e Osvaldo (per molti operazioni prossime ad un ulteriore ridimensionamento), in compenso la Roma ha trovato Rudi Garcia. Un tesoro. Un talento.
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ZEMAN, SOLO UNA GIOIA – 5 punti in 5 partite. Col Boemo, nelle prime cinque giornate di campionato, si viaggiava alla media di un punto a partita. Per chi si aspettava Zemanlandia, una grande delusione. Per chi già conosceva i difetti di Zeman, un’ovvietà. Dopo il pareggio interno col Catania, la vittoria di San Siro contro l’Inter diede a molti l’illusione del riscatto. Poi Bologna e Sampdoria in casa (solo un punto) e l’orrendo k.o. esterno con la Juventus regalarono all’ambiente più preoccupazioni che altro. 11 gol subiti e 12 segnati furono presagio di una stagione a tratti divertente, a tratti tragica. Preludio di una Zemanlandia impossibile da rinnovare.
GARCIA, LA DIFFERENZA È NEI NUMERI – Oltre ai 10 punti in più del suo predecessore, Rudi Garcia è riuscito a blindare una difesa inaffondabile, che si è permessa solo una défaillance contro il Parma nel primo tempo. Un solo gol subito, 12 reti segnate ad opera di 9 giocatori diversi (10, se si conta l’ambigua rete di Maicon col Verona). Numeri da capogiro. Numeri di chi, impronunciabilità a parte, vuole portare la Roma in alto con la testa delle grandi.