Prandelli, Balotelli e il codice etico: cronaca di una scelta che produrrà polemiche
“Balotelli ha scontato la squalifica, non convocarlo sarebbe una punizione aggiuntiva. Il Milan è stato esemplare nel non fare ricorso. Arrabbiato con Mario? Sì, come tutti coloro che gli vogliono bene”.

A queste parole, effettivamente, si è scatenato un inferno, manco Prandelli fosse un Russell Crowe di casa nostra. Chi lo additava come “incoerente” (“Perché Mario va salvato e un qualunque altro calciatore no?“, la domanda più frequente), chi come “milanista”, pronto a salvare il suo pupillo rossonero. La verità è una sola: con questo comportamento, l’ex allenatore della Viola, ha creato un pericolisissimo precedente. Asserendo che il fatto che la qualifica sia già stata scontata rende Balotelli convocabile, Prandelli ha di fatto ridimensionato, e di molto, il peso del codice etico: ora, chiunque sconterà la squalifica a ridosso di una convocazione Nazionale, potrà pretendere che anche per lui si “chiuda un occhio” sul codice etico, applicando il “comma Balotelli”.
Eppure, con l’Italia già qualificata, sarebbe stato così grave lasciare “in castigo” Mario Balotelli?