Caso Roma-Napoli: l’inutilità della Tessera del Tifoso
Perché rimandare Roma-Napoli? Perché, con le due manifestazioni No Tav che si terranno nella Capitale proprio tra il 18 e il 19 di questo mese, il rischio emergenza è dietro l’angolo. Due, però, sono gli interrogativi.

Se per il match di Roma il rischio è quello di impiegare un numero eccessivo di forze dell’ordine (da girare, invece, per il contenimento dei No Tav), la prima domanda sorge lecita: perché non chiudere la trasferta ai tifosi del Napoli? Scelta che, già di suo, pone un secondo interrogativo: perché chiuderla ai tesserati? Se la Tessera del Tifoso è virtù di chi col “tifo sporco” non ha nulla a che fare (sono esenti dal tesseramento, infatti, i condannati per reati da stadio e coloro che sono sottoposti a Daspo), quale emergenza potrebbe apportare un numero esiguo – e pacifico – di tesserati? E se la Tessera aveva il potere di “ripulire” gli stadi, perché non permettere ai napoletani fidelizzati di “invadere” l’Olimpico? Anche in caso di aggressione romanista, il numero di poliziotti da impiegare sarebbe decisamente sopportabile. Ed è qui che si rivela, puntualmente, l’inefficienza (o meglio, l’inutilità) di una Tessera di certo non protettiva, come in molti vogliono far credere. Possibile, infine, che Roma non sia in grado di organizzarsi in una situazione sì critica, ma non così tanto da alterare le logiche del calcio? E mentre De Laurentiis propone di giocare a mezzanotte, il Prefetto rinvia decisioni su decisioni. Ad oggi, stravolgere il calendario sembra la soluzione più plausibile di un caso, quello dell’Olimpico, che ha del fantascientifico.