Lazio, senti Simone Inzaghi: “Mi ispiro a Mancini e Eriksson ma gioco alla Simeone”
Simone Inzaghi, come il fratello Filippo, sembra essere una sicura promessa per il panorama degli allenatori italiani.
Queste le parole dell’attuale allenatore della primavera della Lazio rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Keita l’anno scorso era già fuori categoria, non tutti i giovani hanno gli stessi percorsi, ad esempio io e Filippo abbiamo fatto la gavetta e iniziato per gradi la carriera“.
“Mi prendo il merito di aver fatto smettere Filippo e di aver insistito per farlo allenare. Sapevo che avrebbe voluto giocare ancora e magari avrebbe segnato pure, ma non sarebbe cambiato nulla perciò gli ho detto di accettare il Milan. Quello che danno i ragazzi è indescrivibile. Io mi ispiro in panchina a Mancini, Eriksson e Materazzi, che mi ha fatto esordire a Piacenza.
Gioco invece con il 4-3-3 alla Simeone, ho giocato con lui e già trasmetteva grande carica e si vedeva che sarebbe stato un gran mister. Il suo Atletico ha meno qualità ma sta facendo la differenza. Sono convinto che oltre ai moduli è quello che trasmetti a fare la differenza“.
Infine uno sguardo all’Europa e ai diversi modi di intendere e praticare lo sport: “All’estero è più facile vedere i giovani tra i big perché le società investono di più negli istruttori delle giovanili e hanno strutture all’altezza. Il Chelsea per esempio ha trenta campi attaccati l’uno all’altro mentre lo Schalke 04 ha strutture pazzesche.
Io credo che la gavetta sia importante, l’estate scorsa potevo andare via ma non l’ho fatto, qui alla Lazio mi stimano e cerchiamo di finire la stagione nel migliore dei modi. I miei modi? Io sono molto rigido, alcuni ragazzi della Primavera vivono a Formello e a volte pranzo con loro, è giusto che abbiano un’adeguata alimentazione. Capita che si parli anche di argomenti extracalcistici, io ho due figli e me ne intendo di certe cose“.