Totò Di Natale parla di Sánchez: “Alexis? Più forte di Neymar”.
Totò Di Natale e Alexis Sánchez hanno trascorso tre anni fianco a fianco nell’Udinese, segnando tanto e regalando grandi emozioni ai tifosi.

L’attaccante italiano, intervistato da Arsenal.com, ha parlato del giovane talento, guardandolo dal suo punto di vista: “Nonostante avesse 18 anni ha subito dimostrato il proprio potenziale qui ad Udine: rimasi impressionato dalle sue qualità tecniche, da giocoliere, e dal grande atteggiamento che mostrava ogni giorno sul campo. Nella mia carriera ho visto tanti giocatori talentuosi ma indolenti, lui invece era il contrario: sempre concentrato, con tanta qualità e pronto a migliorare anche tatticamente, aiutando anche in fase difensiva. Questo l’ha portato a diventare uno dei migliori giocatori attualmente in circolazione”. Totò ha giocato con e contro numerosi campioni ma sul cileno non ha dubbi: “Lui è il miglior compagno che abbia mai avuto: lo dimostrano le tappe che ha percorso nella sua carriera dopo Udine. È abbastanza facile essere una star nei piccoli club, dove la competizione non è feroce, ma confermare le proprie qualità individuali un grandi club come Barça o Arsenal è roba per pochi“. Per lui, secondo Di Natale, ci sono ancora margini di miglioramento: “Alexis è capace di fare tutto è uno degli attaccanti più completi del mondo, può giocare ovunque: ad Udine, quando eravamo in emergenza, giocava a centrocampo. Ho sempre avuto la sensazione che non fosse mai soddisfatto del tutto per ciò che aveva raggiunto, ha voglia di sudare e migliorare sempre più: questo gli permetterà di restare al top per anni. Come me, non è un gigante, perciò credo che uno dei suoi scopi possa essere legato al migliorare sui colpi di testa”. Parole piene di stima che dimostrano anche una bella amicizia, che va oltre il semplice rapporto lavorativo: “È un ragazzo che crede molto nell’amicizia: quando lo incontrai, gli chiesi una maglia per mio figlio Filippo, suo grande fan. Lui prese quella che aveva usato poche ore prima e me la diede, preferendo cederla piuttosto che magari tenerla come ricordo“.