Cassano, ecco cos’hai raccolto in tutta la tua carriera
Antonio Cassano ha dato ufficialmente l’addio al calcio giocato. Non sono solo le “cassanate”, però, a rimanere impresse nella memoria
Ha smesso due anni fa, tra le polemiche generali. Sì, no, forse… e poi ancora sì. Anzi: no. Una telenovela infinita quella di Antonio Cassano che oggi ha dato ufficialmente (?) l’addio al calcio. In teoria, perché in pratica si sa: quando c’è di mezzo lui, tutto può accadere.
Cari amici. È arrivato il giorno, quello in cui decidi che è finita per davvero. Ringrazio il presidente Gozzi e i ragazzi dell’Entella per l’occasione che mi hanno concesso. Gli auguro tutto il meglio. In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità. Voglio ringraziare tutti i compagni di squadra di questi anni, gli avversari, gli allenatori e i dirigenti (sì, certo, anche quelli con cui qualche volta ho litigato). Ma soprattutto voglio salutare i tifosi, quelli dalla mia parte e anche gli avversari, perché senza di loro il calcio non esisterebbe.
Il pallone mi ha dato tantissimo. Mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune. Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti. Ancora oggi quando mi capita di vedere una qualsiasi partita resto ipnotizzato. È il gioco più bello che c’è. Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti. Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l’aiuto dei miei piedi.
Grazie a tutti, di cuore
Antonio Cassano
L’ultima partita in Serie A risale all’8 maggio 2016 nel derby contro il Genoa perso per 3-0. L’ultimo gol, sempre con la maglia della Sampdoria: era il 5 marzo dello stesso anno e con un tap-in a porta vuota ha siglato il momentaneo 2-0 – ironia del destino – contro l’Hellas Verona, la società che gli avrebbe teso la mano un anno dopo, per poi usarla nel darsi uno schiaffo da sola.
Lo si ricorda per le cassanate, termine utilizzato per indicare quanto ha fatto di stravagante dentro e fuori dal campo. Undici anni nel giro della Nazionale, con vari dentro-fuori, ma con una medaglia conquistata ad Euro 2012. Nel 2014 Prandelli gli regalò il primo Mondiale della sua carriera, dopo quello sfumato negli anni di Madrid e nel Lippi-bis; Ferrero, invece, si disse convinto che Fantantonio avrebbe fatto parte della Nazionale di Conte: unico proclamo non rispettato, proprio nel finale di carriera. Real Madrid, Roma, Milan e Inter per citare alcune delle squadre in cui ha militato. Mica da poco, mica da ridere. Nonostante le tante notizie extra-calcistiche, Cassano è caduto sempre in piedi. Amato e odiato, poi ancora amato e poi ancora odiato, ma la sua è stata una carriera che tanti attaccanti italiani di oggi e del passato avrebbero sognato di percorrere.
L’ultimo messaggio di Cassano da calciatore:
Lettera di Antonio #Cassano che annuncia il suo addio al calcio. pic.twitter.com/fU33mTrapy
— Pierluigi Pardo (@PIERPARDO) 13 ottobre 2018