Il caso Cicinho: “Io, schiavo dell’alcool, via da Roma”
Quella di Cicinho è una storia che ormai da anni, a Roma, fa storcere il naso a molti. Da stella del Real Madrid a titolare con Spalletti, già nella sua terza stagione a Roma il brasiliano – in evidente calo fisico per colpa di alcuni infortuni – inizia ad essere un peso per la società che, nonostante le cessioni prima di Julio Baptista, poi di Doni, sceglie di confermarlo in rosa anche per l’ultima, deludente gestione Enrique. Gestione condivisa, però, dallo stesso Cicinho, che più volte ha affermato di “non aver mai avuto alcun problema con il mister“. Eppure la stella di Cicinho non è più tornata a brillare nonostante le prime, ottime intenzioni; e la sua ultima stagione in giallorosso si è rivelata la peggiore tra tutte, non solo dal punto di vista fisico.

Le sue dichiarazioni alla trasmissione televisiva Esporte Fantastico lanciano infatti l’allarme: “Andavo a Trigoria, mi allenavo ma sapevo che la domenica non avrei giocato. E allora quando arrivavo a casa bevevo molto, fumavo. Casse di birra e altri tipo di alcool, da solo o insieme a falsi amici. Mi piaceva andare in discoteca, bevevo e non riuscivo a fermarmi. Non ho preso la droga solo perchè sapevo che c’erano i controlli anti-doping, altrimenti l’avrei fatto. L’alcool ti conduce su quella strada. E’ la peggior droga che esiste al mondo. Ho pensato di lasciare il calcio, stavo a pezzi. Quando la Roma mi ha dato in prestito al San Paolo volevo lasciare tutto ed ho mancato di rispetto al Club che mi ha rivelato al mondo”. Il brasiliano classe ’80, ex San Paolo, lascerà la Roma quest’estate. Negli ultimi tre anni (tra Roma e Villareal) ha totalizzato solo 19 presenze e 0 reti, segnando il tramonto definitivo di un terzino che, a Madrid, aveva alimentato le speranze di molti.
Tanta solidarietà per il povero Cicero