Leo re del mercato mentre il calcio italiano affonda
Eccolo il vero crack di questo mercato un pò fiacco, fatto di scambi, prestiti e acquisti a parametro zero.

Leonardo, ex Inter, ex Milan, nuovo direttore sportivo del Paris S. Germain, ha rotto gli equilibri sborsando i milioni (tanti) dello sceicco di turno per depredare il nostro campionato di pezzi pregiati in cerca di spazio per esplodere o per rilanciarsi.
L’ultima indiscrezione vuole anche Pastore sulla via di Parigi per una cifra tra i 40 e i 50 milioni; strada già percorsa da Menèz, Sissoko, Sirigu in pochissimi giorni. E meno male che doveva essere un mercato improvvisato quello di Leo (parole sue).
Certo, tutti questi giocatori insieme rappresentano un’incognita, nessuno garantisce che sapranno mantenere il rendimento che ci si aspetta: Menèz e Sissoko devono rilanciarsi dopo stagioni con luci ed ombre, Pastore cerca la consacrazione dopo una stagione giocata a mille, ma solo nella prima parte.
C’è da riflettere su quanti capitali stranieri riescono a catalizzare gli altri campionati europei rispetto al nostro: non è un caso. Il confronto con gli americani sbarcati a Roma è impietoso. Avranno pure trovato una situazione dei conti catastrofica, ma se fossero stati sicuri di ottenere ingenti profitti avrebbero investito più pesantemente e senza indugiare.
Invece no. Da noi lobby e concentrazioni regnano incontrastate in tutta l’economia, a maggior ragione nel mondo del pallone.
Dove il mercato non è concorrenziale, è difficile investire. Per questo il nostro calcio sta andando a fondo.
Purtroppo non solo quello.