PSG, Verratti spiega: “Molti della mia età si sentono già arrivati, è un problema della mia generazione”
Marco Verratti parla a FourFourTwo di questi suoi anni al Paris Saint Germain.

Il centrocampista abruzzese, arrivato in Francia nel 2012 spiega cosa significhi arrivare da giovane promessa e dover confermare le aspettative: “Col passare del tempo si cresce e bisogna migliorare dimostrando ogni giorno le tue capacità, confrontandoti e osservando chi è migliore di te. Il mio idolo? Del Piero. All’inizio di questa mia avventura avevo un po’ di paura perché avrebbe potuto essere davvero un grande salto, ma tutto è andato bene grazie anche ai compagni che mi hanno aiutato tanto. Ora mi trovo a giocare per un grande club e questo mi rende davvero felice. Bisogna capire che questi sono punti di partenza, non traguardi. Molti della mia età pensano già di essere arrivati, è un problema della mia generazione. In attacco potrei segnare di più; sto mettendo su fisico perché è quello che mi penalizza di più. Io amo giocare davanti alla difesa”.
Verratti racconta poi un aneddoto del PSG di Ancelotti: “Nel 2012/2013 eravamo pronti a giocare contro il Lione. Ancelotti era un po’ teso, Ibra gli si avvicinò e gli chiese se credeva in Gesù. Ancelotti rispose di sì, così Ibra gli ha detto: “Bene, così crede in me. Rilassatevi!”. Zlatan è questo, lo aiuta a essere un grande giocatore