Da Cantona allo yoga: i 40 anni di Ryan Giggs
Gallese di nascita e nello spirito.
Ryan Giggs è uno di quei giocatori che incontri una volta ogni vent’anni su un campo di calcio.
Un uomo di valori, prima ancora che un calciatore sopraffino, che per i suoi 40 anni – “È un giorno come tanti” dice – si è regalato ancora una stagione con la maglia del Manchester United, da protagonista come piace a lui.
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La vita di Giggs e quella dello United corrono di pari passo: 22 anni fa l’esordio coi Red Devils, vittorie, gioie, sconfitte, all’insegna di un calcio che in tre decadi diverse ha cambiato gli interpreti e gli spettatori.
13 Premier League, 4 Coppe d’Inghilterra, 4 Coppe di Lega, 2 Champions League, un Mondiale per club, una Coppa Intercontinentale, 953 gare con la maglia del Manchester United, 168 gol.
Numeri che fanno rabbrividire solo a leggerli, per uno dei – a detta di tutti, tifosi e statistiche – migliori mancini della storia del gioco.
Tutto cominciò nel 1991, l’esordio contro l’Everton in un Old Trafford che non sapeva la grande storia d’amore che sarebbe cominciata.
Ha cominciato con Cantona – “Osservare Eric ci ha insegnato molto” – ha continuato con Beckham e Scholes, con Tevez, Rooney e Cristiano Ronaldo, per arrivare oggi a Van Persie e al giovanissimo Adnan Januzaj, il “Nuovo Giggs”, come è stato ribattezzato.
Arriva a 40 anni da ragazzino, da professionista impeccabile, oltre che, e ovviamente, da faro di una squadra in piena transizione, dalle gioie dell’era Ferguson al futuro di Moyes.
Il segreto per questa longevità sportiva lo svela lui stesso: “Il mio segreto è stato lo yoga. L’ho scoperto quando avevo 28 anni e cominciai ad avere qualche problema muscolare. Con lo yoga ho risolto tutti i guai e ho evitato gli infortuni”.
Al ritiro ci penserà a fine stagione. Un passo alla volta, come sempre nella sua carriera.
Ma Moyes già confessa “Può ancora giocare un altro anno”.
Noi, che assistiamo compiaciuti, non possiamo che sperare in lui e nello yoga.