Manchester City, l’accusa di Yaya Tourè: “Il club non mi ha fatto visitare mio fratello in fin di vita”
L’accusa è una di quelle che pesano come un macigno, una di quelle che fanno davvero male.

Yaya Tourè, centrocampista del Manchester City attualmente impegnato ai Mondiali con la sua Costa d’Avorio, ha attaccato senza mezzi termini i Citizens per non avergli concesso il tempo necessario per stare accanto al fratello Oyala Ibrahim, scomparso nei giorni scorsi a causa di un cancro. In un’intervista rilasciata a ‘France Football’, il centrocampista africano si dice allibito di fronte all’atteggiamento del club sulla vicenda: “Confesso che sono ancora molto triste. Soffro moltissimo, perché sento di non aver fatto nulla per lui. Alla fine della stagione, volevo restare per quattro o cinque giorni con mio fratello, prima di preparare il Mondiale con la Costa d’Avorio. Però il Manchester City non mi ha concesso il tempo necessario. Sono andato a festeggiare il titolo ad Abu Dhabi, mentre mio fratello era nel suo letto di morte. Per fortuna, almeno Kolo era al suo capezzale, ma io mi biasimo ancora per non aver rifiutato e non essere rimasto. Il colmo è che i funzionari del club sapevano che avevo sofferto per un paio di mesi, vedendo la salute in declino di mio fratello”. Yaya Tourè appare visibilmente scosso per l’accaduto che inevitabilmente lo segnerà per tutta la vita, visto il legame che aveva con l’amato fratello: “La notizia è stata uno shock, da piccoli eravamo sempre assieme. Io e Kolo abbiamo anche pensato di lasciare il Brasile per vederlo un’ultima volta, ma nostro padre ce l’ha sconsigliato”.