Scudamore conferma i piani per la Premier League “B”
In Premier League si sta pensando, ora in maniera davvero concreta, ad istituire una lega Under-23 (con quattro giocatori di età superiore al massimo consentito) che sostituisca l’Under-21, considerata di scarsa importanza rispetto a quanto dovrebbe essere.
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I club a cui sarebbe consentito partecipare non sarebbero differenti da quelli che attualmente partecipano all’Under-21. L’obiettivo della nuova lega sarebbe quello di contribuire al meglio allo sviluppo dei giovani nell’ambito del campionato inglese, andando a colmare la voragine tra Under-21 e Premier League.
“Ciò che ci è chiaro – ha dichiarato Scudamore al Daily Telegraph – è che la difficoltà maggiore dei club riguardo la crescita dei giovani è quella di prepararli adeguatamente per il passaggio dall’Under-18 alla prima squadra: ciò che manca è una ‘fase per lo sviluppo del professionista’, come la chiamiamo noi. Quando la gente pensa all’Under-21, automaticamente assume che non abbia importanza. Non dev’essere così: dobbiamo fare in modo che l’esperienza acquisita in questa lega prepari i ragazzi al passaggio in prima squadra, in modo che non sia più uno shock per loro, per esempio utilizzando gli stadi principali.”
Secondo Scudamore, ciò aumenterebbe notevolmente la qualità delle academies ed anche della nazionale stessa, poiché i giovani inglesi sarebbero aiutati ad adattarsi all’ambito professionistico più in fretta ed in maniera più efficace.
Scudamore ha anche parlato di progetti come quello di Kickz che ha già in passato permesso di scoprire grandi talenti che sarebbero altrimenti rimasti sconosciuti.
“So che la commissione sarà piacevolmente impressionata dai nostri piani. Guardate ragazzi come Raheem Sterling (classe 1994 del Liverpool) e Wilfried Zaha (classe 1992 in prestito al Cardiff, di proprietà del Manchester United), sono entrambi usciti da programmi come quelli che in passato abbiamo già istituito. Ci sono moltissimi altri giovani come loro, ne sono certo. Possiamo fare ancora tantissimo, ed è inaccettabile per me che alcuni bambini che avrebbero potuto essere calciatori smettano di giocare solo perché non possono ricevere gli adeguati insegnamenti in adeguati centri sportivi“.