Catania: quando giocare in trasferta è il pericolo più grande
Sconfitta per il Catania.

Ancora una volta, e ancora una volta fuori casa. Lontana dal Massimino la formazione rossazzurra, di nuovo sotto il controllo di Maurizio Pellegrino, ha raccolto solo due punti in dieci gare. Ben diverso il rendimento casalingo, dove il Catania ha totalizzato 19 punti, 7 in meno del Carpi capolista. Rendimento da salvezza, ma con un fraintendimento di fondo. Infatti, la formazione etnea, ad inizio stagione era una delle favorite al titolo finale, dunque, con una prospettiva di punteggio ben superiore a quello attuale, soprattutto, come abbiamo detto, in trasferta. Questa è una problematica che il Calcio Catania tende ad avere da sempre, fin dal primo anno di Serie A nel 2006, dopo l’ultima apparizione nell’82. Nel massimo campionato, vincere solo in casa può anche andar bene, ma in Serie B, con questa squadra, la delusione inizia a diventare massima. Dilemma, enigma, mistero, o in qualsiasi modo si voglia chiamare, la causa di questo spaventoso tracollo rimane ignota. Nelle ultime giornate della scorsa stagione, viene esonerato Maran e Pellegrino riporta un po’ di entusiasmo, ma il tecnico etneo non sembra essere all’altezza dopo poco dall’inizio di questo campionato cadetto, dunque arriva Sannino, che combatte con grinta, ma i risultati non cambiano, illudono a volte, ma non cambiano. Torna Pellegrino, ma per ironia della sorte, i risultati sono gli stessi di inizio stagione, un pareggio e una sconfitta (3-2 come a Vercelli). I tifosi non ci stanno, protestano, non entrano allo stadio. A questo punto, l’unica speranza può essere il mercato di gennaio, per rimediare ad una situazione disperata, che vede il Catania addirittura a 8 punti dalla zona play-off.