Coppa Italia: Napoli, un salto per superare vent’anni. Il Siena va per la storia
Juve-Milan, atto secondo -o quarto, se preferite- è già negli annali. La Coppa Italia 2011-12 ha ormai da raccontare solamente un’altra storia prima della Finale di Roma, novanta minuti di scena al San Paolo, ultimo atto di un percorso lungo un anno.
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La Juve ha già staccato il ticket per Roma, con buona pace di un Milan che c’ha provato -sia chiaro- ed ha anche vinto, ma ai supplementari s’è dovuto arrendere ad un colpa da gran campione, ed ora attende, fiduciosa, sul da farsi. Campionato, ed ora anche Coppa; alzi la mano chi avrebbe scommesso su una situazione del genere in questo momento dell’anno, appena un anno fa. Nessuno? Forse solo Conte.. Napoli intanto, si prepara. E sarà il pubblico delle grandi occasioni a fare da cornice ad uno spettacolo -si spera- già annunciato in campo. Ai partenopei la Finale di questo torneo manca dalla stagione 1996-97, quando, appunto in finale, dovettero arrendersi ad una squadra che poi sarebbe rimasta in tutti gli annali, oltre che nei ricordi e negli occhi sgranati dei propri tifosi; quel Vicenza che tra le sue fila aveva gente come Rossi (Maurizio), Maini, Sartor e Di Carlo, e che in panchina era guidata da un Guidolin (si, proprio lui) troppo uguale per non essere riconoscibile nonostante gli anni trascorsi. La bacheca partenopea ne contiene tre, di coppe nazionali. L’ultima, vinta dieci anni prima di quella finale, contro l’Atalanta, sconfitta dai gol, tra andata e ritorno, di Renica, Bagni e Giordani, pezzi pregiati di un Napoli scudettato per la prima volta. Passare il turno significherebbe, cosi, saltare tutto d’un salto, un ventennio e passa di sconfitte, appuntamenti dati e mai rispettati, palcoscenici non calcati. Se poi ci mettete pure che per De Laurentiis potrebbe essere la prima volta in cui giocarsi qualcosa.. Ma non sarà facile. Anzi. Lo ha detto pure Mazzarri, esagerando un pò troppo forse, nei suoi paragoni sempre sconsiderati. A contendere il passaggio del turno ci sarà il Siena; ma non chiamatelo dei miracoli. Sannino, sempre più santone e sempre meno allenatore, proverà nell’impresa, secondo il classico modello dell’eroe che torna a casa e vince. Anche se questo dovesse comportare un dispiacere. Ci proveranno sino alla fine i bianconeri, per una Finale che farebbe rima con la storia; una storia che non l’ha mai vista arrivare fino in fondo, figurarsi un posto in Europa. Mezzaroma sarebbe testimone di un miracolo. Si gioverà di due fattori; partire da non-favoriti (scaricare tutte le attenzioni sulla corsa salvezza per il campionato, è un’astuta mossa mediatica) e la vittoria dell’andata, che forse avrebbe persino potuto essere più ampia. Non chiamatelo dei miracoli; perchè questo Siena ha ottimi giocatori in tutti i reparti e gente che sa il fatto suo, pur dovendo far fronte a parecchie assenze. Il topolino quasi mai riesce a far il solletico all’elefante; ma nessuno ricorda quanto gli elefanti abbiano paura dei topolini?