Eto’o, paura di morire: “Mi vogliono uccidere”
“‘I dirigenti della federazione vorrebbero assassinarmi“. In Camerun tutto è possibile. A provarlo è Samuel Eto’o, ex attaccante dell’Inter ora in forze all’Anji, il quale, dopo aver sottolineato l’incompetenza e la corruzione dei vertici dello sport nel suo Paese, teme di subire conseguenze a dir poco gravi.

La denuncia, esposta al sito camerunense ”Je Wande”, ha dell’assurdo: ”Per la mia sicurezza, e non certo per snobismo – afferma – sono costretto a vivere con una squadra di agenti di scorta. Uno di loro dorme addirittura davanti alla mia porta“. L’ex Barcellona è protagonista di una vera e propria guerra di nervi con la federazione, verso cui la sfiducia è così tanta che i giocatori si fanno spedire le magliette direttamente dalla Puma, e che lui mangia da solo per timore di esser avvelenato. Nonostante i timori, Eto’o rincara la dose: ”Ci sono alcuni signori in federazione che vogliono continuare a gestire i soldi di noi giocatori, che si permettono di viaggiare in prima classe, di guidare belle auto, di abitare in belle case. Queste persone pensano solo a riempirsi le loro tasche, a guadagnare di più. Bisogna continuare a denunciarle anche perché hanno dimostrato tutta la loro incompetenza”. Il Camerun (o meglio, la sua Federazione) si sta facendo sfuggire il suo gioiello più prezioso di mano. Per ora, Eto’o, si è rifiutato di scendere in campo nell’amichevole con la Tanzania (persa per 1-0) e chissà per quanto altro tempo ancora, condurrà quest’eroica guerra ai danni della sua stessa Federazione.