Trent’anni senza Beppe Viola
Giornalista, scrittore, umorista, autore di testi musicali, ma anche sceneggiatore e dialoghista; tutto questo e molto altro era Giuseppe ‘Beppe’ Viola.

Milanese, classe ’39, Beppe Viola fu uno dei volti più noti, apprezzati ed amati dal pubblico italiano. Da giovanissimo, trasportato dalla passione per lo sport, cominciò a collaborare con varie testate che gli concessero la possibilità di arrivare in RAI nel 1961. Per la RAI, Viola fu punto di riferimento per anni, prima come redattore, poi come inviato speciale e telecronista, non solo di calcio ma anche di pugilato, ippica e motori. La sua indole creativa fu negli anni messa a frutto anche in campi che col giornalismo, non solo sportivo ma generale, avevano magari poco a che vedere; si cimentò nel mondo del cinema, affiancando grandi nomi come Tognazzi e Monicelli, la musica fu poi uno dei più grandi amori.
La coppia formata con Enzo Jannacci sfornò negli anni pezzi che ancora suonano nella memoria e nelle orecchie di chi li ha vissuti, non ultimo la famosa “Quelli che..“, dal cui titolo la nota trasmissione ha preso spunto.
Apprezzato, stimato, amato da amici e colleghi; lo testimoniano il Premio Giornalistico ed il torneo di calcio giovanile a lui intitolati, oltre all’ormai leggendario necrologio dedicatogli da Gianni Brera dalle pagine de La Repubblica, due giorni dopo la morte che l’aveva colto d’improvviso il 17 Ottobre dell”82 con una emorragia cerebrale, mentre in sede RAI lavorava a quello che sarebbe stato il suo ultimo servizio.