A tutta tattica – Milan, non può piovere per sempre
Il campionato del Milan era cominciato troppo male per essere vero. Diciamo subito una cosa: i fasti del passato sono storia. Non solo Van Basten, anche Ibra è preistoria.
Lo vediamo ogni domenica, la Serie A non è quella degli anni Novanta. Il livello dei top club è più basso rispetto al passato, e in questa “mediocrità” diffusa il Milan è tornato ad avere un’ottima striscia di risultati positivi.
Allegri ci ha messo un pò a trovare l’assetto migliore, soprattuto a dare fiducia ad una squadra che si è sentita abbandonata e allo sbando, dopo le cessioni dei suoi uomini migliori.
Il modulo non è una novità, già a Cagliari l’allenatore del Milan si era fatto notare per il suo 4-3-3. Ora ha trovato gli interpreti giusti in molti ruoli, oltre che ad aver ritrovato alcuni giocatori nella forma migliore.
In difesa Mexes e Zapata sembrano finalmente poter dare continuità ed una discreta affidabilità. Se Zapata era sparito nel recente passato, Mexes negli ultimi due anni si è reso protagonista di una notevole involuzione. In cuor suo sa di essere un buon difensore, può ancora dimostrarlo.
Allo stesso modo, a centrocampo, il redivivo Flamini domenica, contro l’Atalanta, è tornato a dare un onesto contributo alla causa; peraltro in un ruolo inedito per lui, il mediano davanti alla difesa. Chissà che non possa vivere una rinascita in questo ruolo.
Poi c’è Boateng: nessuno più di lui ha sofferto la partenza di Ibra. Ora è un giocatore meno che normale. E’ una meteora, oppure c’è un campione in lui che sonnecchia in letargo? Montolivo, accanto a lui, fa il suo onesto lavoro, con la discontinuità che ha caratterizzato tutta la sua carriera.
La vera nota lieta del Milan 2013, nipote povero di nonno nobile, è El Shaarawy. Non gli manca niente: testa, cuore e piedi. Lui è il giocatore di talento di una squadra buona ma mediocre (come praticamente tutte in A, sia chiaro). In campionato forse solo Cavani gli è superiore, almeno per potenzialità. A destra Niang, giovane e spensierato, sta facendo un buon lavoro di copertura del centrocampo; niente è più importante per un attaccante moderno del saper difendere. Chiude la fila il buon Pazzini, attaccante onesto, che se impiegato con continuità può raccogliere un buon bottino di gol.
Eccolo qui il segreto del nuovo Milan: un pò di solidità. Primo non prendere gol, e poi al resto si pensa. Che di questi tempi è tanta roba, dico sul serio!