De Laurentiis, Bigon e Mazzarri: salvate i soldati Vargas, Insigne, Fernandez…
Dopo la sonora sconfitta contro il Dnipro, l’allenatore del Napoli Walter Mazzarri ha sentenziato: “Oggi abbiamo visto la difficoltà che riservano certe partite, abbiamo visto la differenza con l’ingresso di Pandev e Cavani. Io conosco le differenze quando si gioca in Serie B o quando si gioca in Cile”.

Fare certe dichiarazioni dopo una partita del genere dove l’allenatore ha schierato una formazione relativamente discutibile può essere deleterio nei confronti dei due ragazzi in questione: Insigne e Vargas.
Andiamo per ordine. Vargas, talento cileno arrivato secondo dietro a Neymar nell’assegnazione del pallone d’oro sudamericano, nel corso della sua breve carriera ha sempre giocato come seconda punta e laterale di un attacco a 3: perché schierarlo punta centrale quando non ha mezzi tecnici e fisici per farlo?
Stesso discorso vale per Insigne: il giovane napoletano ha sempre giocato come esterno d’attacco; quello del finto trequartista non è il suo ruolo naturale. Poi c’è il giovane Fernandez, titolare nella sua Nazionale, che gioca sempre quando c’è da fare il turnover; spesso, quando Cannavaro ha ricevuto una squalifica, all’argentino è stato preferito Aronica nel ruolo di centrale di difesa.
Per giudicare un calciatore, soprattutto se giovane, bisognerebbe schierarlo per almeno 5 partite “vere”, con la squadra migliore e nel suo ruolo naturale. Questo, ad oggi, non è stato fatto, soprattutto con Vargas. Il cileno, da quando è a Napoli, ha giocato da titolare: 1 partita di Coppa Italia, appena arrivato, 3 di Europa League con le seconde linee e spezzoni di partite in campionato in situazioni disperate. In tutte le apparizioni non ha mai giocato nel ruolo ricoperto in patria. Qualcuno potrà dire: “Però da prima punta ha fatto 3 goal all’Aik”, vero, però bisogna vedere e analizzare il livello dell’avversario; gli svedesi erano nettamente inferiori sia tecnicamente sia fisicamente al “Napoli 2”. Discorso a parte meritano le partite con Psv e Dnipro, squadre di livello appena inferiore al Napoli dei titolari, quindi due spanne sopra al Napoli delle riserve: è anche normale che Vargas non prenda una palla per tutto il tempo.
Il discorso fatto per Vargas si può estendere anche a Insigne, così come a Fernandez. Giocatori di sicura qualità che però nel Napoli sono sfruttati poco e male. Sia chiaro, la colpa non è solo di Mazzarri, anche la società ha dei peccati da scontare. De Laurentiis e Bigon dovevano aver imparato da qualche tempo la lezione: tutti i giovani e i giocatori provenienti da campionati esteri, nella gestione Mazzarri non hanno mai giocato. Santacroce, Datolo, Ruiz, Dumitru, Yebda, Sosa, Fideleff e Chavez sono gli esempi sotto gli occhi di tutti. Affidare a Mazzarri giovani e giocatori provenienti da altri campionati è di fatto deleterio sia per i giocatori stessi sia per le casse della società.
I vari Fernandez, Insigne, Vargas, El Kaddouri – e ci mettiamo anche Uvini – sono destinati a proseguire la linea dei loro predecessori: Mazzarri o li schiererà in situazioni estreme o li farà accomodare in panchina e tribuna bloccandogli la crescita.
La società, quindi, visti i fatti del passato, poteva trovare delle soluzioni al suo patrimonio prima di mandarlo allo sbaraglio, com’è successo in questi primi mesi della nuova stagione.
A gennaio ci sarà bisogno di decidere per il bene dei ragazzi, cari De Laurentiis, Bigon e Mazzarri: salvate i soldati Vargas, Insigne, Fernandez, El Kaddouri e Uvini.