Quali sono le reali possibilità del Napoli di Carlo Ancelotti?
La prima di Carletto Ancelotti sulla panchina partenopea si è conclusa con un trionfo: tre punti preziosissimi, in quanto ottenuti in casa della Lazio di Simone Inzaghi, una delle teste di serie di questo campionato, facente sicuramente parte del novero delle squadre candidabili ad un piazzamento nell’Europa che conta. La vittoria ottenuta dal Napoli acquisisce un significato particolare, se consideriamo le critiche che, nelle giornate immediatamente precedenti l’inizio del campionato, sono state rivolte dalla stampa al DS Giuntoli e al presidente Aurelio De Laurentiis, reputati fautori di un calciomercato non all’altezza delle aspettative di una squadra che, solo qualche mese prima, il sogno scudetto lo accarezzava davvero.
Hamsik in cabina di regia: tra le scelte operate dal tecnico, la più discussa è quella relativa l’impiego di Marek Hamsik in veste di regista. L’anno scorso, il ruolo era ricoperto da Jorginho, giocatore enormemente distante dal capitano del Napoli per caratteristiche fisiche e tecniche. Tuttavia, nell’ambito del match di sabato contro la Lazio, il calciatore slovacco ha saputo adempiere adeguatamente al compito di scavalcare la linea di pressione avversaria al fine di sfruttare i tagli degli esterni; ne ha rappresentato un esempio lo (stupendo) lancio che, nel primo tempo, ha permesso a Lorenzo Insigne di trovarsi a tu per tu con Strakosha. Nella prima partita ufficiale, insomma, l’assenza di Jorginho non è stata avvertita in maniera particolare. Carlo Ancelotti sembra convinto della nuova collocazione tattica di Hamsik; riuscirà a renderlo un novello Pirlo? L’impresa è ambiziosa, ma affascinante.
L’ora di Milik: la nota più lieta della serata si chiama Arkadiusz Milik: forza fisica, opportunismo, disponibilità al sacrificio e grande senso della posizione. L’ottima prestazione del polacco non deve condurre a giudizi entusiastici prematuri, ma una cosa è certa: se manterrà uno stato di forma costante, sarà lui il centravanti definitivo del Napoli.
Il Sarrismo come eredità da rispettare: Nella carta di intenti di Ancelotti non sembra trovar posto l’idea di un vero e proprio smantellamento del lavoro svolto dal suo predecessore (non a caso, durante la partita di esordio, sprazzi di “sarrismo” si sono palesati in più di un’occasione). Nei piani della nuova guida tecnica partenopea, insomma, figura sicuramente quello di rifinire il “sistema Sarri”, ad esempio sfruttando maggiormente le verticalizzazioni, imprimendo maggiore fluidità al centrocampo e sfruttando il turnover, ma senza snaturarlo del tutto.
My two cents: anche se reduce da un secondo posto in campionato, è trapelato un grosso scetticismo circa le reali potenzialità del club di Aurelio De Laurentiis: sul Napoli filtrano non poche perplessità; tuttavia, l’ottimo esordio della formazione partenopea ha parzialmente sconfessato le rappresentazioni catastrofiche che vedevano un Napoli fortemente ridimensionato, quasi fuori dai giochi. Si tratta, ovviamente, di uno scetticismo esagerato, soprattutto se riferito a una squadra granitica, forte, con un’identità di gioco ben consolidata e una guida tecnica dalle idee piuttosto chiare: a mio parere, ancora oggi, la vera anti-juve.
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