Quarant’anni di Fabio Cannavaro: da raccattapalle a capitano mondiale
Quarant’anni e non sentirli. Nonostante siano stati quarant’anni più che “pieni”.

Dalle accuse di fascismo, alla coppa alzata sotto il cielo di Berlino. Nato in provincia di Napoli nel 1973, Fabio parte subito con il botto: esordisce a diciannove anni in Serie A, proprio con la maglia degli azzurri, dovendo affrontare Ravanelli e Vialli, all’epoca alla Juventus. Dopo tre anni al Napoli, inizia il suo peregrinare: Parma, Inter, poi Juve (non senza polemiche). Juventus che decide di “abbandonare”, come molti, nel 2006, dopo Calciopoli, per accasarsi al Real Madrid. Bastano però tre anni perché Fabio decida di tornare indietro e riabbracciare i colori bianconeri: prima dell’ultimo anno all’Al Ahli, il difensore fa in tempo a collezionare ben 27 presenze con i torinesi. Nel mezzo di questa sua carriera di club, otto anni da capitano della Nazionale, dal 2002 al 2010, una Coppa del Mondo, quella famosissima del 2006, ed un pallone d’oro, il quinto vinto da un italiano. “E pensate che nel 1990, in Italia-Argentina, feci il raccattapalle” ammise dopo il 9 luglio 2006. Ora Fabio vive a Dubai, ma il rientro è più che vicino: il suo desiderio di tornare, in grande, in Europa, è evidenziato dall’esame tenuto (e passato) a Coverciano. Complice di questo rientro potrebbe essere il grande appeal internazionale del quale l’ex calciatore gode: “Mi stupisco ancora quando a Singapore, piuttosto che in Vietnam o Australia vengo riconosciuto“. Infine una carriera da record: quello di presenze in azzurro (136, affiancato dall’amico Buffon), ma anche quello di cui va orgogliosissimo: “Difficilmente Gigi – cui ho fatto i miei complimenti – o altri riusciranno a batterne un altro: 75 partite in azzurro giocate da capitano. Un primato di cui sono fiero”. Nel bene o nel male, dunque, Fabio è stato per 75 volte il capitano di tutti noi. E allora auguri Fabio, auguri capitano.