Totti ai Mondiali: ecco perché sì, ecco perché no
E’ un tema che è ricorso più volte negli anni, dopo quella notte di Berlino. La storia tra Francesco Totti e la Nazionale si è chiusa quasi un decennio fa nel migliore dei modi, regalando al giocatore il più grande titolo vinto in carriera. Eppure in molti, a ridosso di ogni competizione dell’Italia, hanno puntualmente sperato in un ritorno del capitano giallorosso a Coverciano, dove la sua immagine è rimasta comunque sempre presente tra i tanti scatti che hanno immortalato la storia della nostra selezione azzurra.
Oggi il classico tam-tam mediatico è pronto a riproporsi: Totti appare in condizioni non indifferenti e rispetta tranquillamente il livello dei giocatori convocati attualmente; se Bonucci e Thiago Motta sono “nazionalizzabili”, tanto più deve esserlo lui. La sua presenza ai Mondiali in Brasile, ad ogni buon conto, è tutt’altro che certa. Anzi, il giocatore non si è mai sbottonato più di tanto, lasciando intendere che si sarebbe messo a disposizione di Prandelli solo in caso di necessità. “La Nazionale di oggi non mi è mai appartenuta e lascio spazio agli altri, ma se succede qualcosa e c’è bisogno di me non mi tiro indietro”, è in sostanza il pensiero di Totti, che accetta i corteggiamenti perché fanno sempre comodo, ma non alimenta false speranze e va per la sua strada.
Tifosi e media sono già spaccati sull’argomento. Totti non avrebbe apparentemente motivo di rifiutare una convocazione, ma alcuni particolari suggeriscono che sarebbe più giusto se rimanesse fuori dai giochi. Analizziamo allora nel dettaglio le ragioni alla base della querelle che si protrarrà fino al mese di giugno, spiegando perché Totti dovrebbe andare ai Mondiali e perché eventualmente rimarrebbe a casa.
PERCHÈ SI’:
Alla Nazionale di oggi manca un vero numero 10. La rosa di Prandelli è solida ed annovera tanti elementi interessanti, ma tra le bozze di un progetto di crescita che sembra non completarsi mai il livello non è comunque quello del 2006 ed eccezion fatta per Buffon, Pirlo e Balotelli, non si trovano altre superstar tra gli azzurri.
PERCHÈ NO:
Totti manca in azzurro da più di 7 anni e, al contrario di quanto avviene per altre Nazionali meno quotate, a Coverciano non è mai stata ritenuta indispensabile la presenza del campionissimo troppo in là con l’età. Anche andando ai Mondiali, Totti non giocherebbe comunque tutte le partite e a lungo andare la sua presenza potrebbe risultare finanche ingombrante, sia dal punto di vista gerarchico sia da quello mediatico. Difficile, in ogni caso, dare adito a chi sostiene che il rapporto con Balotelli possa costituire un freno: i due dissero di essersi chiariti per l’episodio del “calcione” quando l’Italia giocò a Roma contro l’Uruguay, novembre 2011; Totti era in tribuna ed incontrò gli azzurri prima e dopo il match. Addurre una ragione simile per rifiutare un impegno ufficiale, tra l’altro, sarebbe puerile e ben poco professionale.
Non avrebbe molto senso giocare in Brasile dopo aver saltato volutamente il Sudafrica. La domanda viene automatica: perché accontentare Prandelli e non Lippi? Maldini rifiutò di andare in Germania proprio perché non si era concesso a Trapattoni per gli Europei del 2004, ma ancora oggi Totti non ha mai spiegato esattamente come mai non partì per i Mondiali del 2010, di cui, a sua detta, non vide nemmeno una partita. Qualora venisse convocato a giugno, la prima curiosità che verrebbe soddisfatta in sala stampa sarebbe proprio questa.
Eleggere in azzurro Totti senza che questi abbia partecipato alle qualificazioni significherebbe togliere il posto a qualcuno che il Brasile se l’è sudato. Tuttavia, situazione analoga si propose già per gli Europei, quando Prandelli defenestrò senza troppi ripensamenti Ranocchia, Aquilani e Pazzini. Un ostacolo tra Totti e la prossima Coppa del mondo, in ogni caso, potrebbe essere costituito anche dalla Roma.
C’è chi ricorda che Totti non abbia mai fatto la differenza in Nazionale. Invero, il suo apporto fu molto importante ad Euro 2000, mentre in Giappone e Corea il suo cammino fu stroncato da Byron Moreno e agli Europei in Portogallo se lo stroncò da solo; in Germania, invece, le circostanze erano delicate, ma il giocatore si rivelò sicuramente abbastanza importante.
La convocazione di Totti a quasi 40 anni, tuttavia, sconfesserebbe in toto il famoso progetto della linea verde di Prandelli: Totti tornerebbe un momento per partecipare ai Mondiali per poi richiudersi nella botola giallorossa subito dopo. La tentazione di lasciare indelebile l’ultimo bel ricordo del 2006 sarebbe inoltre forte per lui. Una riapparizione dopo 8 anni sembrerebbe forzata e soprattutto moltiplicherebbe le aspettative nei suoi confronti. Giocare un Mondiale, stravolgere la filosofia del ct, lasciare per forza il segno e convivere con gli altri come un invitato di lusso: perché prendersi tante responsabilità?