Tranquilli, Di Natale è già convocato per l’Europeo…

L’ennesima esclusione di Antonio Di Natale nella lista dei convocati della nazionale da parte del ct Cesare Prandelli ha fatto infuriare come non mai media e tifosi nelle ultime ore. L’accusa che viene mossa contro l’attuale tecnico azzurro è persino quella di ostracismo: il capitano dell’Udinese non verrebbe infatti chiamato a Coverciano per ragioni di forma, dunque tutt’altro che tecniche, e relative nella fattispecie alla mera questione anagrafica che ormai quasi affligge il giocatore.

Ma si sa: la stampa, almeno in Italia, non ha memoria, e di conseguenza anche l’informazione che spesso giunge attraverso i più classici mezzi di comunicazione può risultare deviata. Prandelli, non a caso, ha già parlato più volte del “caso Di Natale”, non lasciando assolutamente mai intendere che il numero 10 friuliano fosse stato fatto fuori a priori dal giro, ma cogliendo piuttosto l’occasione per elogiarlo con piacere e configurarlo ad una sorta di asso nella manica da tirare fuori al momento opportuno.
Dopo gli sfraceli del Sudafrica, dovuti sostanzialmente ai pallini “lippiani”, Prandelli non ha ottenuto solo il compito di guidare la nazionale italiana agli Europei del 2012, ma si è sobbarcato anche l’incarico di cominciare a forgiare il gruppo del futuro, scovando e testando i Buffon, gli Zambrotta ed i Pirlo del nuovo decennio, che possano eventualmente presentarsi come “superstar” ai Mondiali in Brasile ed a quelli in Russia. L’ex mister viola, in ogni caso, non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno: non più tardi di due mesi fa, quando Cassano e Rossi scoppiavano ancora di salute, Cesare dichiarò infatti che se avesse continuato su alti livelli, ripetendo le stagioni passate, Di Natale sarebbe stato sicuramente considerato per la nazionale. Prima no, perchè c’è pur sempre un programma di crescita da rispettare, che ha la priorità e non può essere scavalcato se non per cause di forza maggiore.
La convocazione di Di Natale a latere degli infortuni di “Fantantonio” e “Pepito” non era così scontata ed automatica: era invece prevedibile, come confermato dallo stesso Prandelli, che Totò non avesse bisogno di essere verificato, data l’elevata esperienza del giocatore non solo in ambito europeo, ma anche nel contesto della nazionale stessa; come se non bastasse, l’attaccante porta pur sempre sul groppone quell’età che molti avevano indicato come la causa della sua mancata presenza in azzurro, ma che invero risulta essere più la ragione di una tenuta atletica non più freschissima, che non consente quindi al diretto interessato di disputare oggi tutte le partite della stagione (vedesi il girone dell’Europa League dell’Udinese).
Rimane, tuttavia, il problema delle defezioni di Cassano e Rossi. Data la prospettiva di talenti, giovani e non, riscontrabile in Italia, è difficile pensare che un Maxi Lopez, uno Zarate, un Insigne od un Di Vaio venga scelto come sostituto di una delle due stelle appena smarrite dal gruppo di Prandelli. Di Natale non può che essere quindi l’alternativa di lusso. L’unica, forse.
Le discussioni che stanno sorgendo attualmente sul tema “Di Natale in nazionale” sembrano più volte ad accendere una querelle inutile, piena di aria trita e ritrita, così come lo è stata quella circa il rinvio di Napoli-Juventus scatenata dai bianconeri. Tra Cassano e Rossi, infatti, è probabile che almeno uno dei due non metterà piede in Polonia ed Ucraina a Giugno: anche se entrambi riuscissero a recuperare in tempo, il che sarebbe già un risultato straordinario, Prandelli si guardererebbe bene dal presentarsi al suo appuntamento più importante con più di una macchia di sugo sulla camicia; a meno che anche Di Natale non venga coinvolto in qualche incidente, non avrebbe senso non puntare su un elemento in forma come lui per un impegno tanto prestigioso quale è l’Europeo.
L’ha detto anche Prandelli, e le circostanze, anche se in parte spiacevoli, non fanno che favorire Totò. Basta polemiche sulle mancate convocazioni in nazionale, allora. A Giugno Di Natale ci sarà. Lo sanno tutti. Anche Prandelli.