A tutta tattica – Novara, non tutto è da buttare
Questa settimana abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione su una squadra piccola, probabilmente già destinata alla retrocessione: il Novara.
Quello che colpisce del Novara non è un gioco travolgente, un progetto tattico o singoli giocatori di talento. Il Novara è solo l’ultimo club di Serie A, in ordine di tempo, ad aver cambiato allenatore. In particolare Tesser si è ripreso la panchina che aveva dovuto lasciare il posto circa 40 giorni fa a Emiliano Mondonico.
Nella stagione del record di cambi in panchina, non possiamo non chiederci che senso ha cambiare così spesso guida tecnica. Il paradosso più grande è di quelle squadre che cambiano allenatore, per poi tornare sui propri passi nel giro di poco tempo. Davvero la squadra ne può trarre giovamento? Davvero la “scossa” che si cerca può fare la differenza con sostituzioni così frequenti? Non è invece maggiore il rischio di fare confusione?
Non lasciando ad un allenatore il tempo di ambientarsi, di conoscere ed entrare in confidenza con i giocatori, non gli si permette di dare un’impronta tecnica. Gli appassionati avranno notato come Mondonico, nelle interviste post partita con l’Inter, ha confuso il suo attaccante Caracciolo con Bonazzoli che non gioca nel Novara e neanche gli somiglia molto. La colpa mica è di Mondonico.
L’unica cosa che possono fare allenatori e giocatori è preparare le partite di volta in volta ripartendo quasi da zero; così ogni progetto tattico degno di chiamarsi così va a farsi benedire. Ecco che nascono partite come quella di domenica, in cui la squadra piemontese ha giocato con un inedito 3-5-2 con alcuni giocatori fuori ruolo. L’obiettivo era adattarsi all’avversario, l’Udinese, una squadra con un più elevato tasso tecnico e organizzazione di gioco.
Ad onor del vero, bisogna riconoscere che il Novara è una società molto ben organizzata e il doppio avvicendamento in panchina, in questo caso, è stato un tentativo disperato per tentare di risollevare un stagione molto difficile. Non si può dimenticare che con Tesser, la squadra piemontese si è guadagnata una doppia promozione, prima in B e poi in A. Non solo, a differenza della maggioranza delle neopromosse, il Novara ha mantenuto inalterato l’organico in estate, confermando fiducia agli uomini e al progetto tattico.
Alzando però lo sguardo al panorama calcistico della massima serie, non si può non notare come il cambio di allenatore venga oramai considerato coma la panacea di tutti i mali, il modo più rapido ed economico di tornare a vincere in tempi di vacche magre.
La verità è che per raggiungere buoni risultati tecnici, poi sportivi ed economici non si può prescindere da una corretta e lungimirante pianificazioni aziendale e sportiva. I maghi esistono solo al cinema.