A tutta tattica – Quando meno te lo aspetti
Nella vita le certezze sono molto poche; nel calcio forse ce ne sono ancora meno, e Zeman è una di queste. Il suo integralismo tattico, accompagnato dalla (apparente) freddezza del suo carattere, lo hanno impresso nell’immaginario dei tifosi italiani.
Per questo motivo, quando mercoledì sera sono state pubblicate le formazioni ufficiali della partita con la Fiorentina, nessun commentatore, nonostante la presenza di 3 difensori centrali, aveva immaginato quello che sarebbe successo.
E’ accaduto così l’incredibile (calcisticamente parlando): Zeman ha schierato la difesa a 3.

Questa scelta può essere piena di significati: è noto che il boemo ritiene il 4-3-3 il modulo perfetto per coprire al meglio tutte le zone del campo; è anche il sistema perfetto per aggredire l’avversario e cercare con insistenza la verticalizzazione e il gol, rifuggendo dal possesso palla come se fosse il peggiore di tutti i mali.
Ci si interroga su quali possano esser state le motivazioni che abbiano spinto Zeman a questa scelta così eccezionale per lui. Contro la Fiorentina molte erano le defezioni tra i giallorossi, sopratutto in attacco; di fatto, l’unico attaccante di ruolo a disposizione era Mattia Destro. Inoltre la Roma ha cominciato l’anno solare con due sconfitte pesanti, che forse hanno spinto la dirigenza a dare un ultimatum all’allenatore. La partita con la Fiorentina è diventata così un’ultima spiaggia.
Questo cambiamento ha dato frutti positivi: su tutti una buona solidità difensiva, il vero “peccato originale” di Zeman; la squadra si è sentita più sicura e si è visto. Non ci sono stati contropiede clamorosi della Fiorentina. Qualche intervento in affanno è fisiologico, ma non si è visto l’intervento difensivo alla disperata. Mica poco.
Di questo ha giovato anche il centrocampo. Finalmente ha giocato bene De Rossi (che col tecnico non si prende proprio), così come Pjanic e Florenzi. Bradley sbaglia parecchio, ma l’azione del gol passa attraverso un suo passaggio filtrante.
Poi, in attacco, Destro ha faticato moltissimo. Sta passando uno di quei momenti in cui gli attaccanti fanno fatica a metterla dentro, ma si sbatte tantissimo, con abnegazione; cerca di entrare nel vivo del gioco e si vede. Questo è un lavoro che prima o poi i suoi frutti li da.
Zeman si odia o si ama, non è uno dalle mezze misure. il suo integralismo è la sua arma vincente ma anche il suo punto debole: le prossime tre partite con l’Inter sono fondamentali. Se sarà in grado di trovare un equilibrio tra la sua idea di calcio, spettacolare ma utopica, e la realtà del campo, dei giocatori che ha a disposizione, forse, finalmente, potrà togliersi qualche soddisfazione.