La decima giornata di Serie A è una sentenza: il livello del campionato è veramente basso
La decima giornata di Serie A regala gol pazzeschi in rapida sequenza ma, ai fini della classifica, non smuove le acque. Vincono infatti tutte le attuali pretendenti allo scudetto.

Non senza qualche difficoltà, è vero. Ma resta il fatto che vincono. Il Napoli resiste al ritorno di un ottimo Genoa e pur senza brillare, Mertens a parte, conquista i tre punti. Lazio ed Inter giocano un primo tempo straordinario e nonostante il blackout della ripresa riescono comunque ad avere la meglio rispettivamente su Bologna e Sampdoria. Anche la Juventus e la Roma, attese sulla carta dagli impegni più semplici, vincono. Non convincono; ma vincono.
Cosa significa questo? Che tra il gruppo di testa ed il resto delle squadre della massima serie esistenze una differenza che, ad oggi, sembra abissale. Non ci sono compagini in grado di impensierire seriamente le big. La classifica dei marcatori in tal senso è esemplificativa. Immobile (13 gol), Dybala e Icardi (11), Martens (10), Dzeko (7): ai primi cinque posti i bomber delle prime cinque forze del campionato. Mancano i bomber di provincia di una volta. Segno che il calcio di provincia si sta irrimediabilmente impoverendo. Del resto tra il Benevento, ancora ultimo a quota zero punti dopo oltre un quarto del campionato, e la quintultima piazza ad oggi occupata dal trio Genoa-Crotone-Verona, corrono appena sei punti. Due partite in tutto. Gli scontri diretti.
Ecco, la sensazione ad oggi è che a fare la differenza saranno nel complesso gli scontri diretti. Almeno per quelle dieci squadre, le 5 di testa e le 5 di fondo, che lottano per un obiettivo. Il problema è capire come impiegheranno il tempo nelle prossime 28 giornate di campionato le altre 10 formazioni che vivono nell’ombra questo campionato di Serie A.