Higuain, cattiveria e signorilità per cancellare Napoli
Il passato è cancellato, sepolto sotto ad un macigno. Con la doppietta di ieri sera al San Poalo, Gonzalo Higuain ha messo a tacere i fischi assordanti e gli insulti irriguardosi. Insomma, ha crociato per sempre il suo passato a Napoli.
Higuain è colui che ha avuto il coraggio di puntare il dito contro Aurelio De Lurentiis: come ne “Il Gladiatore”, in cui il generale Massimo si ribella all’imperatore Commodo, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, il Pipita con quel “Es tu culpa” ha voluto una volta per tutte mettere le cose in chiaro, insorgendo contro il suo ex datore di lavoro, e cercando esplicitamente di far capire al pubblico, che tanto lo ha amato, chi era il vero imputato di questa triste situazione. Certo, Gonzalo non è stato obbligato al trasferimento in bianconero: lui stesso ha ammesso in una recente intervista: “Qui sono felice”, ma probabilmente se i rapporti tra i due fossero stati più leggeri, oggi la storia sarebbe diversa e quei novanta milioni di euro sarebbero stati rispediti in Corso Galileo Ferraris.
Due goal al San Paolo, cinque in tutto considerando quello decisivo in campionato, e la doppietta rifilata allo Stadium, durante la semifinale d’andata di Coppa Italia. E’ strano dirlo, ma il Napoli è proprio la vittima preferita di Higuain che, quando si è trovato di fronte i colori azzurri in questa prima stagione in bianconero, ha tolto fuori tutto il talento e la cattiveria possibile, come a volersi vendicare per un torto, un trattamento poco educato.
Higuain ha risposto agli insulti di Napoli con gli applausi nel pre partita, oltre al bacio dedicato alla curva, al rientro negli spogliatoi, dopo il fischio finale di domenica scorsa. Così facendo, Gonzalo ha dimostrato classe, ma al tempo stesso quella giusta sfrontataggine che gli ha permesso di non crollare psicologicamente nella lotta del tutti contro uno.
Si, il destino è strano e beffardo: prepari la partita della vita con fischietti, cori, striscioni ed insulti, ma in soli novanta minuti sei costretto a restare in silenzio, davanti alla signorilità di colui che sa veramente come sono andate le cose.