Trentasette anni e non sentirli: auguri a Francesco Totti
C’era una volta un bambino romano che, a soli 9 mesi, decise che il pallone sarebbe diventato il suo migliore amico.

Lo tiene sempre con sé, anche al posto dell’orsacchiotto. Da grande inizia a palleggiare persino dentro casa – con buona pace di mamma Fiorella – e a giocare nella Fortitudo, sino a quando – nel 1989 – indossa la maglia della Roma, suo unico grande amore. Il bambino in questione, se ancora non lo si è capito, è Francesco Totti. L’esordio in serie A è datato 28 Marzo 1993, partita in cui quel ragazzino, ancora sedicenne, prima di scendere in campo cercava il suo idolo Giannini, non sapendo che nel corso degli anni gli sarebbe successo a simbolo della Romanità. Non sapeva che con la Roma, la sua Roma, avrebbe vinto un tricolore, due supercoppe italiane, due oscar del calcio, una scarpa d’oro e due Coppe Italia. Altrove, certamente, avrebbe potuto vincere di più, guadagnandosi quel pallone d’oro che tanto merita; ma a chi gli fa notare ciò Francesco sorride e risponde che vincere a Roma vale molto più che in qualsiasi altro posto. Oggi, 27 settembre, compie 37 anni, ma per tecnica e condizione fisica ne dimostra dieci in meno. La sua classe viene riconosciuta da Messi a Lampard, da Ronaldo a Rooney e riesce a metter d’accordo anche Maradona e Pelè. Valori di Totti sono la simpatia, l’autoironia e la generosità (è ambasciatore Unicef). Unico, in poche parole, fuori e dentro il campo. Quel bambino di 9 mesi, oggi, è cresciuto, sempre con la Roma in fondo al cuore. E noi, che nel frattempo siamo cresciuti con lui, possiamo ritenerci dei privilegiati, perché abbiamo assistito ad un grande calcio e alla massima espressione di attaccamento alla maglia. Abbiamo visto i suoi occhi azzurri riempirsi di lacrime nei momenti più difficili e sorridere in quelli più gioiosi, abbiamo visto un uomo lottare, cadere e trionfare sempre con un’unica maglia. Abbiamo visto Francesco Totti. Talento, prima che campione. Romanista, prima che giocatore. Capitano, più di tutti.