Boateng: “Razzismo come una malaria”
Stamane da Ginevra si diffonde un messaggio universale: combattere e sconfiggere la piaga del razzismo: “Pensare di poter sconfiggere il razzismo ignorandolo è il più grosso errore che possiamo commettere: esso è come una malaria e non ha antibiotici. Bisogna andare nella palude e combatterlo”.

E’ il significativo passaggio dell’intervento di Kevin Prince Boateng all’Onu. Il giocatore ha ricevuto dall’alto commissario Onu per i diritti umani l’invito presso la sede svizzera, insieme a Patrick Vieira e ai dirigenti Uefa e Fifa, a margine della giornata contro le discriminazioni razziali. Il centrocampista del Milan ha presenziato all’evento in qualità di destinatario di cori razzisti durante l’amichevole disputata dal club rossonero contro la Pro Patria a Busto Arsizio, nel corso della quale decise di abbandonare il campo in segno di protesta: “Lo sport ha una responsabilità sociale e può fare tanto. Se gli Stati Uniti hanno oggi un presidente di colore non è solo perché è esistito Martin Luther King, ma anche perché è nato Muhammed Ali”.