Esclusiva-Francesca Mantovani, figlia di Paolo: “In questo calcio non so se si sarebbe divertito”
“Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”. (Io non ho bisogno di denaro. ALDA MERINI).
Sono passati 20 anni ma tutto sembra essersi fermato a quel 14 ottobre 1993. I ricordi e gli insegnamenti che Suo padre ha lasciato in eredità a questa gente sono qualcosa di straordinario. Che rapporto aveva Mantovani con i tifosi? “Un rapporto di rispetto reciproco, lui li rispettava come loro lo rispettavano; ancora oggi a distanza di 20 anni parlano bene di lui tanti giovani che non lo hanno conosciuto, solo sentito parlare dai loro nonni e genitori”.
Sappiamo che Lei tutt’oggi segue la Sampdoria. Cosa si prova a vivere da tifosa essendo la figlia di un uomo che ha avuto la capacità di stravolgere il calcio? “Ho sempre visto la Sampdoria da tifosa, anche allora, sempre seduta accanto a lui però…e attenta a comportarmi bene”.
L’intelligenza aveva permesso a Suo padre di capire, già allora, quanto fossero “dannose” ad esempio le figure dei procuratori. Secondo Lei, potrebbe rifare oggi lo stesso percorso in un calcio così tanto diverso? “Era un altro calcio, non so se oggi si sarebbe potuto divertire altrettanto. Ha potuto costruire la squadra dei suoi sogni in un momento dove il calcio non era ancora sinonimo di business”.
Dovesse in breve raccontare un episodio per spiegare chi era Paolo Mantovani ai giovani di oggi, quale sceglierebbe? “Quando arrivavo in ritardo ai nostri appuntamenti, mio papà non c’era più … e forse era meglio non incontrarlo per un po’ visto quanto la puntualità fosse per lui fondamentale, un piccolo segno di grande educazione. Un ricordo semplice ma ad oggi sempre attuale per i ragazzi”.
Domenica gli verrà dedicata un’intera giornata; mostra fotografica, partita a Bogliasco e tante sorprese. Che cosa La emoziona di più? “Veramente mi emoziono spesso quando penso a nostro papà… domenica sarà per noi tutti un tuffo nel passato… una giornata dove ricordarlo sorridendo… anche se forse una lacrima me la potete consentire”.
Suo padre è diventato un esempio da seguire: la via a suo nome a Genova, una a Roma, continui riconoscimenti. Lui era una persona passionale ma “schiva”, forse non amava stare sotto le luci della ribalta; secondo Lei, come vivrebbe tutte queste attenzioni? “Mio padre era un personaggio pubblico nel ruolo di Presidente dove amava essere circondato dai sampdoriani, sempre presente con un gesto, una parola, una lettera. Nella vita privata invece era molto riservato e suoi amici intimi erano pochissimi … noi figli abbiamo conosciuto i suoi due lati e questo è stato il nostro grande privilegio.… bellissimo poter vivere certi momenti in tanti ma sempre ricordando e apprezzando ancor di più i veri amici.
Mi consenta di ringraziare l’U.C. Sampdoria, a nome della mia famiglia, per l’organizzazione di questa giornata speciale”.
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