Fiorentina, striscioni della Curva contro la società eppure il tifo scarseggia
Fiorentina-Genoa è iniziata con striscioni apparsi nella Curva Fiesole (la Curva dei tifosi viola) di dissenso e richiesta di impegno verso la società ed i giocatori.
Questi gli slogan scritti sugli spalti della “Fiesole”: “Mandate Pradè, ma la vostra faccia dov’è?“; “20.000 abbonamenti meritano rispetto, innamorati della maglia e non del vostro progetto“; “Undici guerrieri col coltello fra i denti, vogliamo una squadra di combattenti” e “Basta fair play, o palla o gamba“.

La vittoria, ed il fortino eretto dagli undici di Sousa, nell’ultima mezz’ora di gioco, sono la risposta migliore della Fiorentina a tutto questo.
Questa insoddisfazione si perpetua ormai da molto tempo, nonostante la Dirigenza abbia più volte detto e ribadito che la società non è in vendita e che l’impegno è immutato.
Il patron Andrea Della Valle, a fine gara, ha definito la situazione “ambientale” come “inquietante“. E un motivo vero, se c’è, sotto sotto, non è dato di conoscerlo.
La Fiorentina è pronta infatti a rientrare nel Fair Play Finanziario, dimensione economica e gestionale, chiesta da UEFA e FIFA.
Le partenze di Savic e di Joaquin hanno fatto un vuoto nella squadra viola e gli innesti, a parte Astori e Kuba, non sono stati giudicati sufficienti a coprire le carenze.
Il difensore non acquistato è parsa una mossa da “braccino corto” dei Della Valle. La questione dello Stadio nuovo, una lungagnata che si protrae (politicamente e burocraticamente) da anni, è il corollario di un malcontento che, pare, generale.
Così i tifosi della Curva hanno pensato di manifestare, e confermare il proprio dissenso con striscioni ad hoc. Peccato che poi, durante la partita, la Curva Fiesole dia luogo ad un incitamento più simile a una nenia liturgica anziché spingere la squadra con il piglio e la voce che, in anni passati, sono stati determinanti per i risultati (al “Franchi”) della squadra.
Ascoltare, dagli spalti, la Curva Fiesole e guardare lo spettacolo del tifo (tranne che per rare coreografie pre-partita) è diventato un piccolo supplizio, una spinta verso la depressione calcistica più che una situazione coinvolgente.
Forse non ci sono più i tifosi di una volta e forse, non c’è più l’interesse per la squadra come invece vorrebbero far credere.
Resta il fatto che gli striscioni lasciano il tempo che trovano e che, al contrario, la spinta dei supporters sarebbe ancora di aiuto per una squadra che volesse raggiungere qualche risultato.
In definitiva è vero che le partite si vincono tutti insieme, squadra e pubblico, ma, oggi, contro il Genoa, il 12° in campo non c’è stato e hanno vinto, essenzialmente, solo i giocatori in campo.