Inter, Beppe Bergomi commenta: “Thohir necessario, l’Inter lotterà fino alla fine. Roma favorita”
Il campione del mondo 1982 ed ex capitano nerazzurro, Beppe Bergomi, è intervenuto poco fa ai microfoni di Radio Sportiva, per dare la sua opinione sul passaggio di proprietà dell’Inter, squadra in cui ha militato per l’intera carriera.
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Cosa pensa del passaggio di mano storico dell’Inter, dalle mani di Moratti a quelle del tycoon indonesiano? “E’ la vita che va avanti e che continua: non bisogna essere troppo nostalgici, Moratti ha dato molto all’Inter ma il calcio sta cambiando e per dare continuità ai risultati c’era bisogno di questo intervento. Se poi lo ha deciso lui che ama l’Inter significa che va bene, e speriamo che Thohir possa essere l’uomo giusto”.
L’esperienza calcistica di Thohir ha lasciato una parte della tifoseria perplessa: “Noi non conosciamo il mondo da dove arriva, io so che di sport ne sanno, certo che fra la pallacanestro e il calcio ci sono grosse differenze, ma se si circonda di persone competenti può sviluppare questo marchio, che è molto importante e non può perdere 80 o 90 milioni di euro ogni anno”.
Dove potrà arrivare, dunque, l‘Inter? “Secondo me la squadra partiva già da una base buona e potrà lottare fino alla fine. Campagnaro in questo momento è importante, e cambia averlo o non averlo, perché la retroguardia nerazzurra non deve cadere negli errori dell’anno scorso”.
Consigli per il mercato di riparazione? “L’Inter ha bisogno di ricambi sugli esterni: Jonathan e Nagatomo stanno facendo un ottimo campionato, ma hanno bisogno di sostituti all’altezza. In più serve anche uno che dia i tempi di gioco davanti alla difesa, pur rispettando tantissimo Cambiasso, per il resto migliorare non è semplice, per esempio davanti, dove Alvarez sta facendo molto bene”.
Caso Balotelli. Come affrontare le intemperanze del milanista? “L’allenatore è una figura importante e dovrebbe gestire al meglio Mario, però i giocatori adesso sono delle aziende: lui è un personaggio e deve imparare a gestirsi da solo, ci deve essere una crescita personale e deve capire che su di lui ci sarà sempre attenzione, altrimenti ricadrà sempre sui suoi errori. Lui è il nostro maggior talento e se riuscirà a limare il suo carattere diventerà davvero un fuoriclasse: la gestione di Cesare Prandelli è la migliore, gli fa sentire la fiducia piena, e questo non vuol dire essere buonista“.
Brasile 2014, quali previsioni per la spedizione sudamericana di Prandelli? “Penso che saremo un avversario difficile per chiunque, abbiamo meno talento e qualità ma abbiamo un’organizzazione tattica migliore e leggiamo meglio le situazioni rispetto alle altre squadre”.
Infine sul big match di stasera, Roma-Napoli. Incontro già decisivo per la questione scudetto? “E’ ancora presto per dire se è decisiva, ma questa è una grande sfida e sono contento che Roma e Napoli siano lì a giocarsela con le altre. Io vedo qualcosa di più per la Roma, perché ha una solidità difensiva migliore rispetto al Napoli e poi è un gruppo molto coeso, che potrà sopperire alle difficoltà che sicuramente sopraggiungeranno. La Roma ha pazienza, ti concede poco, e il Napoli è una squadra che vuol sempre fare la partita, quindi ne può venir fuori una bella gara“.