Juve, parla Buffon: “Scudetto? I giochi sono aperti. Pallone d’Oro? Non me ne è fregato nulla”
Gig Buffon ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Foto di Валерий Дудуш – Wikipedia
Si parte dalla stretta attualità, il campionato, con Juve-Roma in programma domenica sera: “Se vinciamo li mandiamo a dieci punti: sarebbe fondamentale, perché parliamo di una squadra pericolosa, temibile. Più lontana è la Roma, meglio stiamo noi“.
E dopo la Roma, spazio all’Inter, per la semifinale d’andata della Coppa Italia: “Lo 0-0 di Milano è stato erroneamente interpretato come un buon risultato per l’Inter e per chi ci stava davanti. In realtà, se avessimo perso sarebbe stata la pietra tombale. I nerazzurri potevano schiacciarci, non l’hanno fatto”.
I bianconeri si sono ormai ripresi e, il loro secondo posto, li rende protagonisti della lotta scudetto, questo il pensiero di Buffon: “Lo dicevano anche quando eravamo più lontani in classifica, e mi veniva da sorridere. A un certo punto del campionato tutto era nelle mani delle nostre rivali e nessuno ha avuto la forza di chiudere subito i conti. Credo che in caso di scudetto bianconero saranno in molti a doversi mangiare le mani. Ma i giochi restano aperti“.
Buffon si sta rendendo protagonista di un’altra buona stagione, come molti dei portieri della Serie A, tra cui spicca anche il giovane Donnarumma: “Sta facendo cose grandiose anche solo per il fatto che non si è impaurito o impressionato nel fronteggiare uno stadio come San Siro: la maglia del Milan pesa, eccome. Oltre a personalità e serenità, ha importanti doti tecniche e fisiche. Ma la cosa che mi piace di più è che stiamo parlando di un ragazzo per bene, molto posato”.
Buffon viene interpellato anche in tema Pallone d’Oro: “Rispondo senza ipocrisie: davvero non me ne è fregato nulla. Ci sarei magari rimasto male se avessi potuto competere per la vittoria, ma arrivare ventesimo o quarantesimo. Anzi, alla fine ho avuto più pubblicità così (ride, n.d.r)”.
Ultima battuta, l’addio al calcio: “Vorrei lasciare a testa alta, poter guardare dritto negli occhi chi mi sta davanti. E vorrei uscire facendo il giusto rumore, senza esagerare. I 40 anni in campo e il prossimo Mondiale sono i miei ultimi obiettivi da giocatore. Futuro da dirigente o allenatore? Sarebbe davvero molto bello cercare di portare qualcosa di innovativo grazie alla mia esperienza”.