Juventus, Andrea Agnelli: “A giugno un big”
Nonostante la delusione per l’esclusione dalla Champions League, per Andrea Agnelli questo è un bel Natale. Infatti la sua Juventus è da record e le prospettive del club sono ottime.

In casa bianconera le situazioni critiche, al momento, si chiamano soprattutto Antonio Conte, Andrea Pirlo e Paul Pogba. Ma anche la posizione di Vucinic è da chiarire. Il numero uno juventino però getta acqua sul fuoco, a partire dal tecnico e da Pirlo: “Non vedo la Juve senza Conte. Ad Andrea ho detto che qui è a casa. Gli piace la Juventus e gli si addice. So che lui e Marotta si sono dati appuntamento a febbraio-marzo per definire. Pirlo rimarrà con noi ancora un po’ di tempo”. Discorso più complesso invece per Pogba, ma comunque sulla stessa linea: “Visto che Pogba viene considerato il prossimo miglior centrocampista al mondo, credo sarà difficile trattenerlo in futuro. Detto questo, il prolungamento ci può stare e non credo esistano problemi a questo giro di boa“. Sul caso Vucinic il presidente bianconero preferisce non commentare: “Se Mirko chiedesse di andar via? Quelle sono situazioni che si creano lì per lì, domandate a Marotta…”. Più precisa invece la risposta sulla possibilità di arrivare ad un top player nel prossimo mercato estivo: “Per me il mercato si fa a giugno, a gennaio c’è quello di riparazione, ma mi sembra che no ci sia nulla da aggiustare. È giusto ottimizzare gli investimenti, lavoriamo per costruire una struttura economica che si autofinanzi a prescindere dalla partecipazione alla Champions, che invece potrebbe consentirci un grande acquisto a giugno“. In sintesi, oggi possiamo ipotizzare una serie di operazioni che sono già di taglio superiore, poi però devono valerne la pena. Spendere per spendere, no“. Poi spazio al calcioscommesse: “Il tema del riciclaggio di denaro sporco nelle scommesse è importante, ma ci vuole senso di responsabilità nell’affrontare il tema per non renderlo un fenomeno di campanilismo” . Poi su Calciopoli: “Aspettiamo l’ultimo grado di giudizio per trarre conclusioni. Ad oggi le motivazioni di primo grado ci dicono che un campionato non era sotto inchiesta e che l’altro non è stato falsato. Attendiamo le motivazioni di secondo grado per capire i motivi che hanno portato a nuove condanne. A conclusione dell’iter faremo le nostre valutazioni su che tipo di richieste presentare in base all’articolo 39 per la revisione dei processi sportivi”. Infine la stoccata alla Lega Calcio: “È tutta da rifondare. Può crescere in maniera esponenziale, deve assolutamente managerializzarsi, dotarsi di una struttura capace di agire su vari fronti, aprirsi al confronto e darsi delle regole precise per alzare lo standard qualitativo del nostro calcio. Non possiamo permetterci manti erbosi e illuminazioni non da Serie A, il prodotto calcio va in scena mediante gli stadi quindi vanno bene quelli nuovi, così come ristrutturare gli esistenti. Una Lega ristrutturata permetterebbe di essere più compatti sulle modifiche come il tema della fiscalità sulle operazioni dei procuratori e sulla figura del calciatore come dipendente. Si deve lavorare sulla protezione dei marchi con l’industria della moda. Oggi il 65-70% del fatturato proviene dai diritti Tv e il restante da stadio e commerciale. Dobbiamo cercare un bilanciamento”.