Zarate si congeda con parole al veleno per tutti
Nel giorno dell’ufficialità della sua firma con il Velez, Zarate non usa mezze parole per descrivere il suo ultimo periodo alla Lazio: spara a zero non solo su Lotito e Tare ma anche su qualche compagno di squadra e sul mister Petkovic.

L’ex beniamino della Curva Nord parla di una cupola all’intero della Lazio, guidata dal presidente Lotito e da alcuni giocatori: “E’ assurdo che ti impediscano di fare quello che ti piace. Sono tornato dall’Inter, – ha proseguito Zarate – da quel momento Lotito e la sua cupola mi hanno fatto fuori. Da chi è composta la cupola? Lotito, Tare, l’allenatore e due o tre giocatori. Sono loro che decidono tutto. Non mi era mai successo nulla di simile. Ma alla Lazio, con Lotito, è così.” Parla poi nel dettaglio del presidente biancoceleste: “Non avevamo dottori, fisioterapisti. Nulla. A volte solo il massaggiatore era a disposizione. Una follia. Ci volevano distruggere. Quella persona è un male per la Lazio. Distrugge il patrimonio della squadra: ho parlato con lui, ma ha sempre respinto le nostre soluzioni. Ecco allora che siamo arrivati al processo e il tribunale ha deciso in mio favore, così ho ripreso il mio destino in mano. Quello che fa questa persona è illegale. Non mi ha lasciato nemmeno un preparatore atletico per allenarmi, ho dovuto farlo anche su un campo da tennis. Questo è un presidente – conclude Zarate – che fa il male del club, ha fatto lo stesso con Bonetto, Manfredini, Barreto, Cavanda e altri ne dimentico. Lui decide e non ti fa più giocare.”. Non lascia spazio alle interpretazioni: parole molto dure a cui si attende una risposta ufficiale da parte della Lazio. Zarate, insomma, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa e sicuramente questo atteggiamento non sarà piaciuto all’intero ambiente laziale: dai suoi ex compagni di squadra al presidente biancoceleste Claudio Lotito.