Lotito: “Cori razzisti non riguardano solo noi…”
MILANO – “Allo stato non ci sembra che ci siano situazioni che possano pregiudicare questo rapporto“.

Così il presidente della Lazio Claudio Lotito ha chiarito la situazione del suo allenatore Vladimir Petkovic, che secondo i rumours sarebbe nel mirino di qualche club tedesco. “Sto tranquillo? Tranquillo sapete che fine fece… – ha scherzato Lotito prima dell’assemblea della Lega di serie A – A parte le battute simpatiche, il giro di allenatori riguarda quelli che stanno in scadenza“.
EUROPA E MERCATO – A Cagliari domenica la Lazio si giocherà le residue chance di agganciare l’Europa League attraverso il campionato. “Spes ultima dea, dobbiamo pensare a fare bene, mantenere il trend che abbiamo preso e la concentrazione. Spero – ha detto Lotito – che la squadra possa esprimere tutte le sue potenzialità domenica nell’ultima partita“. Poi si penserà al mercato, ma sul futuro di Zarate il presidente della Lazio non offre indizi. “Dove va? E che ne so, mica faccio il mago… Contratti in scadenza – ha continuato – non ne abbiamo, a parte Biava al quale lo rinnoveremo. Se poi allungheremo qualche contratto non c’è problema“.
RAZZISMO – Le sospensioni delle partite per cori razzisti “vanno utilizzate ‘cum grano salis’, sennò si rischia di diventare ostaggi delle tifoserie“: ne è convinto Claudio Lotito che all’indomani di Milan-Roma osserva come “fortunatamente questi episodi non colpiscono solo la Lazio, che sembrava diventata l’emblema…“. “Nel caso di Lazio-Cagliari gli insulti (a Ibarbo, ndr) li aveva sentiti solo una persona a bordo campo, qua mi pare siano accadute cose eclatanti. Sono due cose diverse – ha sottolineato il presidente della Lazio -. L’interruzione della partita è sicuramente un segnale di allarme, che può costituire un elemento di prevenzione. Perdurando queste manifestazioni razziste, possono determinare la sospensione della partita e la sconfitta. È pure vero che queste sospensioni vanno utilizzate ‘cum grano salis’ sennò si rischia di diventare ostaggi delle tifoserie. Bisogna utilizzare il sistema in termini costruttivi, andando a debellare certi atteggiamenti che non fanno parte del mondo del calcio e dello sport“.
Fonte: corrieredellosport.it.