Milan, il pensiero di Papin: “Seedorf merita di restare”
Non si fermano le voci sui problemi societari del Milan. La conferenza non autorizzata di Seedorf ha creato non poco malumore. Galliani ha provato a gettare acqua sul fuoco non ritenendo grave il gesto dell’attuale tecnico. La permanenza per l’olandese rimane un enigma. Molte le indiscrezioni che lo vedrebbero lontano dalla corte di Berlusconi.
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A difendere l’allenatore del Milan è Papin. L’ex giocatore dice la sua sul momento no del club e parla di rimpianti passati. Le dichiarazioni sono state rilasciate ai microfoni di MilanNews.it: “Diciamo che il Milan come tante squadre d’Italia accusa un po’ di crisi. Ci sono meno soldi, tutti i grandi giocatori ormai preferiscono andare in Inghilterra e di conseguenza il Milan fatica a prendere dei campioni. L’anno è senz’altro deludente, ma ci può anche stare. Non ci può stare se anche la prossima stagione sarà così deludente: in quel caso sarebbe un disastro. Esonero Seedorf? Lui è arrivato in una stagione difficile, a mio avviso ha fatto molto bene e dovrebbe essere lasciato al suo posto. Magari l’anno porossimo se arrivano 2-3 giocatori il compito per lui potrebbe essere più facile. Ma se come dicono ci sono problemi con dirigenza e giocatori allora lo scenario cambia“.
Il discorso vira sul passato e sui ricordi: “Frizioni nello spogliatoio al mio tempo? Il mio Milan era una squadra che vinceva e quando si vince tutto passa. Evidentemente dietro ci sono altri problemi, cose che non sappiamo. E si trovano scuse per giustificare questo momento. I miei ricordi dell’ambiente? Posso solo dire che per me è stato un privilegio giocare al Milan. Era sempre stato un sogno giocare per i colori rossoneri e ho avuto la fortuna di realizzarlo. Per me sono stati 2 anni incredibili, ricordo tutto della mia avventura: una squadra invincibile, a parte quel ko col Parma. Ricordo l’ultima giornata col Brescia, che sancì il nostro scudetto. Ricordo tutto e conservo i dvd di quell’avventura“.
Si chiude su Balotelli: “La punta della nazionale sul banco degli imputati? Che io ricordi anche in Inghilterra era difficile per lui. Per me è un gran giocatore, ma caratterialmente lo conosciamo tutti. E se devo dirla tutta l’impressione è che lui abbia bisogno di far parlare di sé, di fare cose diverse dagli altri. E questo non va bene, nonostante come giocatore mi piaccia. Avrebbe potuto giocare nel mio Milan? Direi di sì, perché ha talento e potrebbe ritagliarsi il suo spazio. Certo, difficile pensare al posto di chi, ricordando gli attaccanti dell’epoca. L’ultima sostituzione non gradita? I miei tempi però erano diversi, non esisteva la legge Bosman e c’era il limite dei 3 stranieri in campo, mentre noi eravamo in 6. Ci voleva pazienza e un po’ di rimpianti ce li ho. Quali? Il secondo anno non giocavo molto, così chiesi di andarmene. Andai al Bayern, altra grande squadra, ma mi feci male e non fu un’avventura fortunata. Col senno di poi sarei rimasto al Milan dove mi sarei tolto ancora grandi soddisfazioni“.