Milan, si prolunga il calvario di Inzaghi
Solo tre giorni fa, fu Galliani a salvare Inzaghi da un esonero ormai certo; l’amministratore delegato, vista la situazione societaria in continuo divenire, ha pensato che si potesse mantenere la guida tecnica. Dopo il pugno duro, il ritiro punitivo, ma soprattutto l’inutilità di tutto ciò con il tracollo casaligno contro il Genoa, la presa di Galliani, su Inzaghi in caduta in un precipizio, si è allentata e ora solo Berlusconi, impegnato in queste ore a riflettere sull’offerta di Mr. Bee, può salvare il suo allenatore.
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Brocchi è già pronto, dato che il Milan non pare intenzionato a cercare un traghettatore più esperto nel chiudere una stagione senza se e senza ma. Quasi impossibile la conferma di Inzaghi, che nel frattempo ha ripreso con la squadra gli allenamenti in un clima surreale, quello dopo una sconfitta che normalmente avrebbe portato a quantomeno un confronto. Ma Inzaghi, così come essi stesso ha fatto intendere, sa di non essere più legittimato dalla società e che la sua autorità pare solo una formalità di poco tempo. Alla domanda: “Domani squadra in ritiro?”, ieri Inzaghi ha risposto: “No, venga chi vuole“. Poi, le ovvie domande sul suo esonero: “Io non mi ritiro perchè non sono un codardo, ma comunque vada il Milan mi rimarrà sempre nel cuore“. Dopo Seedorf, un altro campione è stato bruciato dall’imperizia e negligenza societaria del Milan. La speranza dei tifosi milanisti, ieri protagonisti di una protesta in grande stile (e pacifica) allo stadio, sperano oggi in un esonero doppio.