Napoli, De Laurentiis rivela: “In estate ho rifiutato 55 milioni per Cavani…”
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto ai microfoni di Radio Marte trattando, tra i vari temi, anche quello delicato del mercato svelando un clamoroso retroscena.

Ecco quanto dichiarato dal patron azzurro: “Obiettivo? Non è vincere lo scudetto, quello verrà col tempo. L’obiettivo è essere una delle più grandi società in Europa. Ricordo i tempi di Maradona quando il Napoli dominava in Italia ma non in Europa e non c’è ragione per rimanere ai margini del calcio europeo e mondiale perché Napoli non è inferiore politicamente, calcisticamente e soprattutto culturalmente ad una Liverpool, ad una Manchester. Mercato? Ci saranno degli investimenti a Gennaio, ci saranno dei grandissimi investimenti in estate comunque. Nel mercato di riparazione interverremo in maniera decisa e in maniera ancora più decisa a giugno. E a chi mi dice che non spendo voglio dire che il 20 giugno ho avuto un’offerta da 55 milioni per Cavani che però non ho ceduto, è come se ne avessi spesi 55 ma se sono qui è perché io credo in questo progetto. Il Matador è un guerriero. I tifosi non lo hanno ancora catturato dalla loro parte, nella sua serietà vedono una certa lontananza, un’incapacità di raggiungimento ma proprio per questo è forte! Lui è il simbolo di una riscossa della Napoletanità, di tutti coloro che hanno bisogno di un simbolo di riscossa”.
Chiusura dedicata agli ottimi risultati del Napoli primavera e, inevitabilmente, alla penalizzazione: “Scugnizzeria? Sono felicissimo del titolo di campione d’inverno. Non sapete quanto mi rende felice questa cosa perché abbiamo già 5 campioncini pronti in casa. Devo ringraziare Saurini, Santoro, Bigon e tutti quelli che hanno ricostruito questo progetto. Penalizzazione? Questa storia della giustizia sportiva è di un’iniquità incredibile. Sembra fatta a posta per mettere il guinzaglio, bisogna correre ai ripari perché se uno continua a fare lo gnorri viene il dubbio che qualcosa non debba funzionare perché ne devono funzionare delle altre”.