Palermo a un passo dalla B: Zamparini cambia ancora per non cambiare nulla, ritorna Sannino
“Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente” è la frase pronunciata da uno dei personaggi del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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Sembra proprio che il presidente del Palermo Maurizio Zamparini ha fatto di questa frase il suo stile di vita: cambiare sempre, continuamente affinché tutto rimanga uguale a prima. Così possiamo annoverare l’ennesimo cambio alla guida tecnica del Palermo: scende dalla giostra Gasperini, risale per la seconda volta Giuseppe Sannino. Non troviamo altre parole per descrivere questa situazione grottesca, ai limiti dell’autolesionismo: è il quinto cambio in panchina operato dal patron friulano in questa annata da incubo per Palermo e i suoi tifosi. Aveva iniziato proprio Sannino, esonerato dopo sole tre giornate da Zamparini perchè “la squadra non esprimeva un gioco, prendere Sannino è stato un errore” (parole del presidente). A sostituirlo Gian Piero Gasperini: soliti proclami iniziali, non suffragati poi dai fatti. La squadra ha una media punti troppo bassa per salvarsi. E allora cosa fa Zamparini? Cambia ancora: dopo la sconfitta casalinga pesante contro l’Atalanta decide che è meglio cacciare il Gasp per affidare la squadra a Malesani. Tre partite per l’allenatore ex Parma e Fiorentina, tre pareggi: troppo poco per dare una scossa. Arriva l’esonero anche per lui, e stavolta c’è un primato: è il primo allenatore esonerato da Zamparini senza aver mai perso una partita. Una piccola soddisfazione personale. Quindi che fare? Richiamare Gasperini è la soluzione più logica: il tecnico di Grugliasco risponde “presente”. Due partite: pareggio in trasferta contro il Torino e sconfitta nella sfida da ultima spiaggia di ieri contro il Siena, per giunta in casa. Serie B ormai quasi certa, manca solo l’ufficialità che sarà decretata dai numeri nelle prossime giornate. Zamparini non può restare con le mani in mano, nella notte summit con Giuseppe Sannino, che ormai è vicinissimo al ritorno. Ma ai tifosi rosanero qualcuno spiegherà mai questa scellerata gestione societaria? Qualcuno darà loro delle risposte un giorno? Colui che ha scritto un grande pezzo di storia del Palermo, è riuscito nell’intento di distruggere tutto: Zamparini prima veniva accolto da re, adesso è il primo dei nemici. Un tracollo iniziato nel famoso 29 Maggio 2011, quando il Palermo disputò la sua terza finale di Coppa Italia della storia, perdendola contro l‘Inter: 40.000 erano i palermitani in quella storica serata allo Stadio Olimpico, da lì si dovevano gettare le basi per fare diventare il Palermo davvero grande, lo meritavano soprattutto quegli straordinari tifosi. E invece è accaduto quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Adesso bisogna ricostruire, una volta per tutte, non si potrà più sbagliare: Zamparini lo sa bene, è ora di lasciare da parte le parole e dare spazio ai fatti.